Galesi e gli chef stellati battezzano Don Tabarè a Scicli. Una giostra di dolci per la pasticceria da favola che nasce dentro una chiesa antica. FOTO

SCICLI – Domani, domenica 5 agosto, apre al pubblico Don Tabaré, un’insolita pasticceria, con collaborazioni illustri, tra chef stellati e raffinati artigiani della pasticceria e del pane. Ieri sera la serata di anteprima, dedicata ai partner del progetto, alla stampa e ai primi ospiti, tra i più vicini alla proprietà. William Raimondo e Antonio Sarnari, entrambi di Scicli, professionisti in campi diversi fin ora dalla ristorazione, hanno fatto gli onori di casa insieme a Giovanni Galesi, direttore della Scuola Nosco, considerato padre di questo progetto.

Sono intervenuti Claudio Ruta di Ristorante La Fenice (una stella Michelin), con la presentazione del proprio dessert con granita di birra e cladodi di fico d’india; Vincenzo Candiano di Locanda Don Serafino (due stelle Michelin), con il proprio must, il dessert Valle dell’Irminio, con il percorso dei sapori e deodori della valle, dalla carruba al miele, fino al disegno delle colline della valle; assente giustificato Accursio Craparo di Accursio Ristorante (una stella Michelin), anche lui partner stellato del concept Don Tabarè che vede nella sua carta anche i dessert al cucchiaio di questi tre chef.
Antonio Sarnari, William Raimondo e Giovanni Galesi hanno poi voluto fortemente, sul palchetto della giostra, anche Simone Sabaini (Sabadì) che ha espresso parole di appassionata condivisione del progetto, Davide Cicciarella di cui gli ospiti hanno gustato la schiacciata di Majorca, Annalisa Dibenedetto (La Timpa) con le cui farine Don Tabaré realizza la cialda dei propri cannoli, tra cui ha fatto notizia quello con crema di limone verdello, dal gusto insolitamente fresco e leggero, perfetto anche per intolleranti al lattosio.
Un luogo giocoso, questa pasticceria, con giostre di dolci e vere giostrine per bambini; un allestimento da favola, con luminarie da festa, disegnate appositamente dallo studio In Sensu per questo antico monumento. Don Tabaré nasce infatti all’interno della chiesetta di Sant’Antonio, datata, secondo le pochissime informazioni a disposizione, intorno al XIII secolo D.C.. Una storia anche questa, come le tante che si raccontano da Don Tabaré, che ha influenzato la scelta di una parte del nome, in cui il sostantivo appellativo di rispettabilità ‘Don’, è un doppio omaggio alle origini dell’edificio. Tabaré, invece è il ‘vassoio di dolci’ in siciliano antico, termine di origine francese.

Svelato anche il menu, elegantissimo, quasi un libretto d’arte, suddiviso in Carosello della Pasticceria, Fiabe di Pane e infine Giochi da Bere. Un linguaggio che sembrerebbe insolito per un menu, se non fosse che esso stesso è una fiaba, la storia del piccolo Tabaré, con illustrazioni da colorare per i bambini e piatti inventati come i personaggi delle favole. Un approccio che mostra in profondità il punto di vista dei due soci, quello di due bambini che si guardano all’interno, in un mondo per loro nuovo, con curiosità e apertura alla condivisione, con genuinità e insieme intraprendenza.

Quest’ultima sembra essere la chiave di lettura di tutto il progetto, dal concept per accogliere i performer in veste didattico-divulgativa, fino all’allestimento goliardico, fino ancora al linguaggio per il menu e poi anche il gadget, il libricino della fiaba di Don Tabaré da colorare per i bambini. Un racconto in cui le esperienze del bimbo, sono un percorso di emozioni delle forme, dei colori, del gusto e in particolare degli odori; quelle di un’infanzia genuina siciliana, sottolineando le scelte della cucina, ma anche l’obiettivo di emozionare attraverso i sensi. Che altro dire, un luogo da visitare, anche con i propri bambini, che si raggiunge imboccando la nuova passeggiata Aleardi a Scicli, incantevole antico torrente in pietra, recente sviluppo del centro storico pedonale.

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