La gestione del personale psicologico nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Ragusa e della Sicilia è al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione del primo report dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, presentato all’Assessorato regionale alla Salute. Il documento ricostruisce le procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi negli ultimi quindici anni, rivelando un quadro […]
G I U L I A N A
29 Nov 2012 11:48
Dal comportamento di Michele, Marlene cominciò a capire che lo stava perdendo e cercò in tutte le maniere di mostrarsi disponibile. Lui voleva dirle subito tutto ma il suo istinto di maschio aveva preso il sopravvento e cercava di capire dove sarebbe voluta arrivare.
Due settimane passarono veloci tra i templi di Agrigento, l’anfiteatro di Siracusa e altre località suggestive. La sera prima della partenza di Marlene, si attardarono a passeggiare lungo la splendida spiaggia di Punta Braccetto, un piccolo villaggio di pescatori incontaminato che si trova a est degli antichi resti della vecchia Kamarina.
L’orizzonte si era appena infiammato col calare del sole e la luna ancora sbiadita mostrava di essere più grande del solito, l’aria rarefatta si faceva trascinare dalla brezza marina e già i gigli selvatici, accecati dalla luce del giorno trascorso, stavano schiudendo i petali per liberare il proprio inebriante profumo. Tutto era perfetto persino il suono del silenzio, che viveva grazie al fruscio dell’onda, si perdeva lungo la spiaggia deserta e fra le dune nascoste.
La natura è inimitabile e imprevedibile, quel tramonto sembrava diverso, i raggi del sole lambivano il bagnasciuga dandogli un colore argenteo, l’orizzonte era squarciato dal rosso mentre la rena, ancora tiepida giocava colle ombre. Quel paesaggio incantato, così irreale, così irripetibile fu testimone di un grande, un grandissimo gesto che dimostrò a Michele di possedere un’anima ricca di umanità e d’amore. La scena è forte, laggiù sulla sabbia, si scorgono due corpi abbracciati, l’ultimo raggio di sole fa fatica a scaldare le lacrime di Marlene che tenta di legare Michele concedendogli la cosa più bella che ancora possiede.
Il respiro si fa pesante vicino ai canneti bagnati di iodio. Fra quei gigli selvaggi e profumati Michele, per un attimo perde la testa, sta per recidere quello più bello, più fragile, quello che infiamma e non si scorda mai perché è la prima volta. Quel giorno però, per amore di un’altra fanciulla non colse quel giglio che era già suo, è bastato un attimo per riuscire a controllare quell’istinto di passione e Michele abbandonò la sua preda senza ferirla. Marlene comprese bene quel messaggio che, meglio di tante parole, chiarì com’era finita una storia d’amore.
Il giorno dopo Marlene lo ringraziò e mentre la nave mollava gli ormeggi, portandosi la mano alle labbra, gli lanciò l’ultimo bacio d’addio. Quel giorno, che per Michele diventò un punto di riferimento per tutta la sua vita, lo dedicò alla sua Giuliana. Egli aveva scoperto una parte di sé che non conosceva, era un vero uomo, giusto, onesto e soprattutto
ricco d’amore. Fino a quando non siamo dentro il problema non possiamo immaginare quali potrebbero essere le nostre reazioni, i nostri istinti, la nostra coscienza.
Quando invece si ha l’opportunità di conoscere la nostra indole, la nostra natura, allora prendiamo coscienza che la nostra vita è di grande utilità per noi e per gli altri, ci rendiamo conto che il nostro cuore è capace di amare.
In Settembre Michele ritornò a Genova, sembrava che fosse trascorso un secolo e rivedere la sua Giuliana gli sembrò un miracolo.
Si raccontarono tutto e le foto di entrambi la fecero da padroni. Giuliana aveva fotografato cesti di funghi porcini e ogni specie di frutta era caduta sotto il suo coltello diventando squisita marmellata. Lui aveva portato tutte le specialità Siciliane perché voleva che lei s’innamorasse anche della sua terra.
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