Fumarole e discariche abusive: ecco il “piano Marshall antirifiuti”. Tolleranza zero verso chi inquina ambiente e mette a rischio la salute pubblica

Un ‘piano Marshall antirifiuti’: così ha definito il prefetto di Ragusa, l’intenzione di aggredire la problematica delle fumarole e delle discariche abusive sul territorio della provincia iblea. Dalle azioni di monitoraggio, verifica e contrasto a quelle di prevenzione, il vertice convocato dal prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri, ha visto la partecipazione dei comuni iblei (spicca l’assenza di Chiaramonte, Monterosso e Giarratana), della Srr con il sindaco di Ragusa, Cassì, in doppia veste, dell’Asp Ragusa con il commissario Giuseppe Drago, Anas e assieme alla presenza del questore, Vincenzo Trombadore, dei comandanti provinciali dei carabinieri, della Guardia di finanza e della Polstrada Ragusa, Carmine Rosciano, Walter Mela e Angelo Tancredi.

Una immagine impietosa quella raccolta da un primo dossier presentato dalla Polstrada, cumuli di rifiuti lungo arterie importanti della provincia iblea che impongono un’analisi a 360 gradi, dalle aree dove si concentrano, alla tipologia dei rifiuti abbandonati, alle refluenze sulla salute pubblica, alla cultura ambientale. E’suonato come un ultimo avviso: “Chi sbaglia sarà punito”, è l’annuncio della stretta sui controlli. Prevenzione anche questa a cui però seguirà l’attività di repressione che promette di non fare sconti a nessuno.     

Impianti e prospettive 

Cosa c’è e cosa manca, è stato il metodo con cui si è proceduto. Prima una ricognizione, comune per comune della presenza o meno delle isole ecologiche e dei centri di raccolta (questi ultimi mancano a Pozzallo, dove il centro esiste ma ha bisogno di alcuni accorgimenti e Acate dove i lavori dovrebbero iniziare a breve), poi gli impianti ancora necessari al trattamento dei rifiuti. Due quelli citati, previsti ma rimasti esclusi dal Pnrr a vantaggio di aree siciliane in condizioni critiche: il completamento dell’impianto di compostaggio di Vittoria, e il finanziamento del digestore anaerobico (TMB) che potrebbe produrre dal residuo non differenziato, combustibile solido secondario, che potrebbe avere anche degli acquirenti immediati. Necessitano di un finanziamento che supera i 50 milioni di euro; su questo, la disponibilità del Prefetto a rappresentare alla Regione, in prima persona, le priorità e criticità del Ragusano sul tema ‘rifiuti’. Insomma quegli impianti servono e che Ragusa sia rimasta tagliata fuori dal Pnrr perché altre province stanno peggio non può essere una esimente alla volontà di fare sempre meglio. Un discorso a parte quello delle aziende agricole la cui gestione del rifiuto è stata solo in parte trattata ma sulla quale c’è un tavolo di lavoro ‘parallelo’. Sull’argomento è stato sottolineato come l’attivazione dell’impianto di compostaggio di Vittoria, per alcune prescrizioni sopraggiunte quando già impianto era pronto, non risolverebbero il problema della gestione del rifiuto umido per le aziende agricole locali (può trattare 24.000 tonnellate annue quando una piccola azienda agricola da sola in un anno ne produce 6.000). La presenza di discariche abusive non solo ai margini cittadini, ma anche nelle estreme periferie ha poi generato una serie di considerazioni spostando l’attenzione verso l’area della fascia trasformata e della produzione agricola, dei cittadini ‘invisibili’ e delle aree di stoccaggio della fratta (il fine ciclo delle piante che però contiene anche delle componenti plastiche di sostegno degli steli), e delle plastiche, ad esempio .

 Verso una gara unica per la raccolta dei rifiuti solidi urbani?  

Il Prefetto ha chiesto al presidente della Srr, il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, che venga valutata l’opportunità di emanare un’unica gara per la raccolta dei rifiuti solidi urbani di tutta la provincia. Una corsa contro il tempo che potrebbe cambiare le carte in tavola al comune di Ragusa impegnato oggi nella redazione del suo nuovo bando per la raccolta di rifiuti solidi urbani, in scadenza a settembre, una gara europea complessa. L’ipotesi emersa durante il vertice, è la predisposizione di una gara che includa tutti i comuni iblei che potranno aderirvi in ‘lotti funzionali’ allo scadere dei contratti in essere. Operazione che produrrebbe economie di scala e uniformerebbe la gestione operativa migliorando la ‘performance’. Dal comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, Carmine Rosciano, l’invito ai comuni attraverso gli uffici anagrafe, a censire i nuclei famigliari e incrociarli con i dati sul pagamento effettivo della tassa sui rifiuti per intercettare parte dei ‘furbetti’ che gettano la spazzatura alimentando le discariche abusive, e che non hanno la disponibilità dei mastelli proprio perché sconosciuti al servizio di raccolta dei rifiuti. Dalle esigenze alle soluzioni.  “Abbiamo inteso creare un sistema interconnesso tra tutti i soggetti competenti, dai soggetti periferici statali, alle amministrazioni comunali, agli organi di rappresentanza tecnica che agiscono nel settore ambientale – ha detto all’AGI il prefetto Giuseppe Ranieri a conclusione del vertice – affinché ci si possa muovere su due direttive; su una azione di prevenzione e contrasto, ma anche sotto il profilo del coordinamento delle attività gestionali in materia ambientale e che riguardano questo territorio. Talvolta l‘azione individuale intrapresa da ogni comune disperde energie, dobbiamo cercare di arrivare a risultati meno costosi, e più efficienti”. 

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