FRUTTA NELLE SCUOLE: CASI DI MALESSERE E RISULTATI DELUDENTI SULLA QUALITÀ, INTEGRITÀ E FRESCHEZZA DEI PRODOTTI

Un controllo più severo sui prodotti che vengono utilizzati negli istituti scolastici grazie al programma “Frutta nelle scuole” per evitare il verificarsi di episodi spiacevoli che possono compromettere la salute dei bambini, degli insegnanti e di tutti gli operatori scolastici. E’ quanto ha chiesto con una interrogazione parlamentare l’on. Nino Minardo al Ministro per le politiche agricole e forestali in merito ai risultati deludenti del progetto nato per favorire il consumo di frutta e verdura da parte di bambini in età scolare dai sei agli undici anni. Il programma europeo però, sottolinea Nino Minardo, ha dato risultati contraddittori. In particolare si lamenta da parte delle famiglie e delle scuole una scarsa attenzione alla qualità dei prodotti forniti, frutta fuori stagione, evidentemente conservata o proveniente dall’estero, di scarsa qualità, o addirittura a pezzi in vaschette e sacchetti di plastica con aggiunta di conservanti. Tra l’altro in molte città d’Italia, compresa la provincia di Ragusa, pare che alcuni bambini ed insegnanti abbiano avuto  problemi di salute, anche intossicazioni,  legati probabilmente ai prodotti che sono stati mangiati nelle scuole. Le preoccupazioni delle famiglie, ma anche dei dirigenti scolastici e degli insegnanti  sono parecchie e ampiamente documentate da numerosi articoli di stampa e lettere aperte di genitori sul web e sui social. Si tratta di una problematica per la quale bisogna porre immediatamente attenzione, ha esordito Minardo nella sua interrogazione al Ministro, bisogna tutelare la salute pubblica ed in particolare dei bambini visto che il programma è rivolto a loro. Bisogna, inoltre, rivedere il sistema delle gare di appalto per le forniture, che dovrebbe essere a livello regionale concentrando l’attenzione soprattutto sui prodotti locali di qualità che possono essere utilizzati con maggiori controlli. Le incongruenze riscontrate nel programma, tra l’altro, contraddicono quanto previsto dal progetto europeo stesso, ovvero che  nella scelta dei prodotti frutticoli si sarebbero dovuti privilegiare prodotti di qualità certificati (D.O.P., I.G.P.,  Biologici)  e/o prodotti ottenuti con metodi di produzione integrata certificata comprovandone la  loro origine di prodotto comunitario al 100%. Nella scelta del prodotto si  sarebbe dovuto tenere conto del carattere di stagionalità; finalità importanti che nella maggior parte dei casi non sono state rispettate

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it