FRA POCO COMMISSARI NEI CONDOMINI E NELLE NOSTRE CASE?

 Economia e banche sono diventate il nostro pane quotidiano, pane che , fra breve, non potremo neanche comprare, visti gli aumenti dei generi alimentari.

Le banche  già segnano una  ripresa, l’economia generale  si riprenderà , non sappiamo quando, ma, comunque, ci dicono, a breve.

Il nostro premier, persona rispettabile ed onesta, ci fa circa tre o quattro lezioni di economia al giorno, e noi lo ascoltiamo con  riverenza

In tutto questo marasma, potere economico e potere politico cercano di dialogare, ma ciò che sappiamo è che a Palazzo Madama, a Palazzo Chigi si sta bene, la crisi si sente poco, dal momento che gli stipendi dei nostri politici sono stati appena ritoccati: vengono detratti 1.500 euro lordi, viene garantito il 50% ai portaborse, non possono ricevere regalie superiori a 150 euro.

Siamo a marzo e ,ancora, aspettiamo la riduzione dei parlamentari al Senato e alla Camera, la stessa cosa avviene all’Ars- Assemblea Regionale Siciliana.

Non abbiamo ancora capito, in percentuale , i  compensi, spese varie e, a volte, inutili incidano sulle spese dello Stato.

Ciò che sappiamo che tutto il problema, le polemiche sono incentrate sulle Province, che incidono sulla spesa generale solo dell’1,5 per cento, dato Istat.

Addirittura in Sicilia se ne commissariano due, Ragusa e Caltanissetta, in attesa delle decisioni governative sulle Province italiane.

La nostra Regione si contraddistingue per un particolare accentramento di potere, che contraddistingue il nostro Presidente, Raffaele Lombardo: fra poco ci ritroveremo, come dice qualcuno, i commissari, anche, nei condomini e, perché no, nelle nostre case.  Un sistema di controllo? Non sappiamo! Quello che, invece, ci ferisce particolarmente è come, alcuni onorevoli del nostro territorio,  del territorio ibleo, si siano fatti coinvolgere in questi commissariamenti senza neanche preoccuparsi , non diciamo dei cittadini, ma del loro elettorato. La politica si scolla sempre più dalla gente e il 2013 è vicino: i tempi sono stretti e gli sbagli proliferano. La società civile si organizza diversamente, mentre questi discutono all’infinito, in associazioni, in dibattiti interpartitici, in movimenti che fanno leva sui bisogni immediati della gente, e vogliono risposte immediate.

Come poter conciliare, le banche, l’economia e i bisogni della gente? Ciò che sappiamo è che sono il pubblico impiego, alcune categorie a pagare e subito con un sistema fiscale che, diciamolo, non è ben accettato.

 

 

 

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