FORTE BINTENSITA’ EMOTIVA NEL QUARTO FILM DI CASTELLITTO VENUTO AL MONDO

In tutte le sale a partire dall’8 novembre, è’ un’opera realizzata con profonda sensibilità del regista Sergio Castellitto alla sua quarta esperienza che in poco più di due ore estrapola e trasmette attraverso immagini potenti, come la guerra in Bosnia, con i suoi orrori e i suoi figli della violenza, epiche, evocative di un romanzo concretizzato da grandi archetipi della vita.

Dal forte impatto emozionale per lo spettatore, adatta per il grande schermo uno dei romanzi più travolgenti della moglie (il film è Tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini edito da Mondadori) puntando esclusivamente alla verità.

Carica di ricordi degli anni di guerra, Gemma si reca a Sarajevo con suo figlio Pietro per assistere a una mostra in memoria delle vittime dell’assedio, che include le fotografie del padre del ragazzo. Diciannove anni prima, Gemma lasciò la città in pieno conflitto con Pietro appena nato, lasciandosi alle spalle suo marito Diego, che non avrebbe mai più rivisto, e l’improvvisata famiglia sopravvissuta all’assedio: Gojko, l’irriverente poeta bosniaco, Aska, la ribelle ragazza musulmana e la piccola Sebina. Impossibilitata a concepire figli, Gemma durante l’assedio di Sarajevo aveva spinto Diego tra le braccia di Aska, per poi essere sopraffatta dal senso di colpa e dalla gelosia. Ora una verità attende Gemma nella capitale bosniaca, che la costringe ad affrontare la profondità della sua perdita, il vero orrore della guerra e il potere di redenzione dell’amore.

“Questa è una storia inventata, creata dall’immaginazione di uno scrittore, elaborata successivamente come sceneggiatura per il film. I personaggi, i confitti tra di loro, le pulsioni, le frustrazioni, i desideri, sono inventati. Eppure questa è una storia vera. Perché dannatamente vera è stata la guerra nella ex-Jugoslavia, vero l’assedio di Sarajevo, veri gli stupri, vera la memoria che ancora oggi si legge negli occhi di molti che hanno vissuto quegli anni. Il viaggio della protagonista Gemma nell’inferno della sua maternità mancata e poi dentro il ventre scuro della guerra e dell’assedio di Sarajevo, diventa il viaggio alla ricerca della risposta che più conta: perché tutta questa violenza? Venuto al mondo è un lungo viaggio verso la maternità e la paternità, un tema universale. Abbiamo ricostruito tre periodi storici: gli anni 80 delle olimpiadi invernali di Sarajevo, gli anni 90 della guerra e dell’assedio, e l’oggi, periodo in cui Gemma compie il viaggio. Abbiamo girato nei luoghi “veri” della guerra, a Sarajevo, a Korcula, in Croazia. Le lingue del film, l’inglese, il bosniaco, l’italiano, s’intrecciano, si mischiano, per diventare il cemento di quella verità che andavo cercando” secondo Sergio Castellitto.

Nelle varie tematiche affrontate dal film: la guerra, l’amore nelle sue innumerevoli tonalità, il desiderio di maternità, l’adolescenza di Pietro che deve capire come funziona il mondo (sì, anche attraverso una partita di calcio), a vincere è soprattutto una velata retorica. L’ottimo cast non supporta una sceneggiatura che tende a spiegare troppo, a sottolineare continuamente attraverso la musica, a voler tracciare un’anatomia del cuore degli uomini e delle donne senza però ricordarsi che è l’inafferrabile ciò che più ci affascina da quando siamo “venuti al mondo”.

 

 

 

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