FINANZA KILLER – NON CON I NOSTRI SOLDI

Grande partecipazione, ieri sera, presso l’Auditorium della Scuola dello Sport di Ragusa, dove si è tenuto lo spettacolo “Finanza Killer”, scritto da Ercole Ongaro e Fabrizio De Giovanni.

Ad aprire la serata il banchiere di “Banca Etica”, Gabriele Vaccaro, che, citando Francesco Gesualdi, introduce l’argomento cardine dello spettacolo: “Spezzare le barriere del debito”.

“I concetti dell’economia sono molto più semplici di quello che appaiono, mentre sono i termini un po’ più complicati, proprio con lo scopo di allontanarci dalle questioni economiche, come se non ci appartenessero o non ci interessassero”.

“L’idea di questo spettacolo” – afferma Vaccaro – “è quella di appropriarci tanto dei concetti, quanto dei termini dell’economia, farli propri, segno di una cittadinanza attiva e responsabile”. A seguire i saluti del Sindaco di Ragusa Federico Piccitto e dell’Assessore Arch. Stefania Campo.

Spettacolo che vuole far riflettere sulle trasformazioni avvenute nella società e soprattutto su come fare un netto cambio di rotta. In modo divertente, ma soprattutto semplice, “Finanza Killer” indica la via per uscire dalla crisi ed evitare che si ripeta.

Testimonianze di gente comune si susseguono dopo i primi minuti dall’inizio dello spettacolo. Nel mirino le Banche, quelle stesse banche che dovrebbero tutelare i risparmi; che dovrebbero interessarsi allo sviluppo economico dei territori in cui operano; che non dovrebbero recuperare crediti senza preoccuparsi delle circostanze e diventando così la causa principale del fallimento delle ditte; che non concedono, senza la firma di un garante e di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, l’opportunità di un futuro migliore per i giovani precari.

Quello che affligge la nostra realtà, quindi, è una crisi finanziaria, determinata dal cambiamento del sistema bancario, che come unico scopo ha quello di produrre profitto. Come in un teatro delle marionette in cui il burattinaio nascosto fa muovere i pupazzi tirando opportunamente i fili, le banche e la politica si muovono a discapito dei cittadini.

Un carismatico Fabrizio De Giovanni coinvolge il pubblico ponendo questioni che prevedono risposte collettive e tenendo viva l’attenzione durante tutto lo spettacolo, come il particolare momento in cui la sala viene invitata allo strappo vero e proprio dell’assegno del debito pubblico, una spada di Damocle che pende sulla testa di ognuno di noi, ma che con gesto teatrale viene ridotto in pezzi simili a coriandoli.

Cambiare si può, “Negli ultimi anni” – afferma De Giovanni – “milioni di donne e di uomini in tutto il mondo hanno, per esempio, cambiato i loro consumi, nella consapevolezza di poter scegliere o boicottare un prodotto in base al comportamento sociale dell’azienda che lo produce, votiamo ogni volta che facciamo la spesa. Un cambiamento culturale molto simile a questo deve adesso realizzarsi nel settore finanziario”. Chiedersi se la banca ha filiali in qualche paradiso fiscale, se finanzia il commercio di armi e come vengono utilizzati i propri risparmi è un passo verso il cambiamento.

Ognuno di noi può e deve crederci, per migliorare il presente e garantire un futuro.

 

 

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