È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
FINALMENTE UNA SENTENZA ESEMPLARE
12 Mar 2016 11:39
Ravenna, 11 marzo 2016 – Ergastolo: questa la pena decisa dalla Corte d’ Assise per Daniela Poggiali, 43 anni, ex infermiera all’ospedale Umberto I di Lugo
La sentenza è arrivata alle 20.15 dopo più ore del previsto passate in camera di consiglio da parte della giuria presieduta dal giudice Corrado Schiaretti ed è stata letta in un’aula gremita.
Per i giudici non ci sono stati dubbi: ad uccidere Rosa Calderoni, 78 anni di Russi all’ospedale di Lugo, è stata la Poggiali con un’iniezione di potassio. Esclusi solo i motivi abbietti.
Inizio modulo
Una sentenza come questa ci conferma nella convinzione che di fronte a reati molto gravi occorra la certezza della pena e di una pena adeguata, L’ergastolo, per il quale anni fa si era fatto ricorso, senza successo, ad un referendum abrogativo, è certamente una pena molto dura ma in certi casi necessaria. Ed ha anche una funzione di deterrente.
Tra l’altro la persona in questione è ancora indagata per altre 90 (si dice) morti sospette.
Si è fatta persino un selfie accanto alla defunta.
Hanno avuto indulgenza nei suoi riguardi nel non riconoscere i motivi abietti. Ma cosa ci può essere di più abietto del fatto di considerarsi in diritto di decidere della vita e della morte dei pazienti che si dovrebbero curare?
Non vorremmo assistere nei prossimi gradi di giudizio ad una continua diminuzione della pena e, magari, al riconoscimento del diritto di uscire dal carcere per andare a lavorare, come si è fatto con uno dei protagonisti della strage del Circeo.
Quello che non riusciamo a spiegarci è perché la magistratura non agisca con la stessa severità nei confronti degli autori di femminicidi, come se le loro vittime fossero persone di seconda categoria.
Il militare Parolisi, tanto per fare un esempio, è stato condannato a venti anni di carcere per l’assassinio della moglie, Melania Rea. E’ stata esclusa l’aggravante della crudeltà. L’ha uccisa con 35 coltellate! Per essere crudele che avrebbe dovuto fare? Non riusciamo ad immaginarlo!
Dovremmo chiederlo al Marchese de Sade o agli autori delle torture e della morte del giovane Luca Varani.
Laura Barone
© Riproduzione riservata