FERROVIE DIMENTICATE

Si tiene oggi  la quarta giornata nazionale delle Ferrovie dimenticate. L’evento, è organizzato da CoMoDo, confederazione di Associazioni che si occupano di mobilità alternativa, tempo libero e attività outdoor. Le ferrovie dimenticate non sono solo quelle dismesse, ma tantissime tratte, come la nostra Siracusa-Ragusa-Gela, di fatto dimenticate e lasciate nel più completo abbandono.

 

Ancora in questi giorni si parla di interventi in Sicilia e di treno veloce Palermo-Catania, dimenticando che tra Regione e Trenitalia non c’è uno straccio di accordo di servizio, poiché rimane bloccato – da anni – per motivi politici, l’accordo di programma Stato-Regione sulla gestione del trasporto regionale. Né si vede un qualche tentativo da parte di una classe politica sempre più screditata, di sollecitare, premere, perché la questione si risolva. Anzi, i nostri politici ormai evitano di parlare di ferrovia, e preferiscono soffermarsi sull’aeroporto e sulla Ragusa-Catania, scordandosi che parlare di infrastrutture vuol dire parlare di sinergie di trasporto, di trasporto combinato. Questo la dice lunga sulle reali capacità di costoro nell’affrontare i tanti problemi del nostro territorio.

 

La CUB Trasporti ha incontrato il 28 febbraio scorso il Presidente della Provincia Franco Antoci, per fare il punto sulla situazione, e non si è potuto fare altro che costatare come la situazione sia completamente ferma: nulla si muove nella direzione della firma dell’accordo Stato-Regioni, mentre Trenitalia fa il bello e cattivo tempo, ricercando modi per diminuire il personale e attuare dei risparmi: in questo campo la nostra tratta ferroviaria è – purtroppo – sempre in prima linea: la prima a subire.

 

Secondo indiscrezioni da confermare, infine, il piano industriale FS 2011-2015 limiterebbe il servizio regionale offerto da Trenitalia ai soli pendolari e questo danno si aggiungerà alla beffa dei forti aumenti tariffari che molte Regioni hanno già operato o stanno per operare; FS SpA abbandonerebbe qualsiasi ruolo “sociale” nel trasporto sulle medie e lunghe percorrenze (ovvero scompariranno tutti gli Inter City attualmente contenuti nel Contratto per il Trasporto Universale con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture) e saranno sostituiti (solo dove Trenitalia lo riterrà redditizio) con treni tariffati a prezzi di mercato; il sistema produttivo nazionale non potrà più spedire le proprie merci per ferrovia (sarà smantellata Trenitalia Cargo), privando il già congestionato (e inquinante) trasporto su strada della principale alternativa modale possibile in Italia.

Tutte risposte che faranno aumentare il parco dei mezzi privati in circolazione e il tasso di inquinamento nelle nostre città, oltre a incidere finanziariamente sulle tasche di tutti noi.

Fino a quando continueremo ad assistere impassibili a tutto ciò?

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