FERMATI BEN 7 SCAFISTI PER LO SBARCO A POZZALLO DI 276 MIGRANTI DI VARIE NAZIONALITÀ

Dopo una lunga notte di indagini, la Polizia ha proceduto al fermo di MOURABIT Montasar nato l’19.09.1993, BEN RAMDAN Mohamed nato il 16.10.1992, MANSOUR Said, nato il 22.06.1988, MAKHZOUM Ahmed nato il 14/08/1992, KHALIS Taoufik nato il 08.09.1986, MAATAWI Said nato il 28.09.1985 e BELACEN Amine nato in Marocco il 24.08.1987.

Sono tutti gravemente indiziati di aver commesso il delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12  D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, in quanto si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

Anche per questo caso di soccorso i migranti a bordo della barca in legno sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo, anche se è prossimo il loro trasferimento.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Nella data del 09.07.2015 decorso, alle ore 18:05, la nave “Chimera” della Marina Militare Italiana, ha soccorso un barcone della lunghezza di circa 16 metri, con scarse condizioni di galleggiabilità e occupato da un numero di circa 300 persone.

Considerate le citate precarie condizioni nonché il fatto che vedeva gran parte degli occupanti il barcone sprovvisti di dotazioni individuali di salvataggio, la nave “Chimera” ordinava la messa in mare di scialuppe di salvataggio per meglio accertarsi delle condizioni in cui si trovavano gli occupanti del battello. I migranti venivano tutti trasbordati e tratti in salvo. 276 in totale, di cui 267 uomini e 9 donne. dopo averli soccorsi sono stati condotti al porto di Pozzallo ove vi giungevano alle ore 14:00 del giorno 10.07.2015.

 

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di sbarco non hanno avuto alcun ritardo, tanto da permettere un’immediata assistenza ai migranti.

Il Funzionario di O.P. della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare l’arrivo dei migranti e contestualmente le attività di prima ospitalità al Centro di primo soccorso ed accoglienza di Pozzallo.

Il tutto contestualmente ai richiesti trasferimenti verso altri siti dei migranti sbarcati di recente, così da rendere maggiormente fruibili gli spazi per i nuovi arrivati.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse,  dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso questa mattina, dopo 16 ore di intensissime indagini, l’attività di Polizia Giudiziaria che ha portato al fermo di ben 7 scafisti.

I poliziotti appena saliti a bordo della nave soccorritrice avevano subito capito che c’era qualcosa di diverso rispetto agli altri sbarchi. A bordo vi erano migranti provenienti da almeno 15 paesi diversi e tutti molto distanti tra loro.

Molti marocchini presenti, tunisini ed un gruppo di libici che sin da subito destava sospetti.

Le indagini si concentravano sui cittadini nord africani, considerato statisticamente che la percentuale più alta di scafisti è proveniente dalla Tunisia e dall’Egitto.

Dopo alcuni tentativi di sviare le indagini da parte dei migranti che, con molta probabilità, erano stati minacciati e quindi obbligati a fornire versioni di pura fantasia, gli investigatori trovavano dei passeggeri sinceri e collaborativi.

Questa volta gli organizzatori hanno scelto un equipaggio misto, tunisini  e libici, anche se questi ultimi hanno dichiarato in un primo momento di essere marocchini per confondersi tra gli altri.

Dopo ore di tentativi, il comandante dell’equipaggio si rendeva disponibile a confessare e chiamato un avvocato d’ufficio, ha reso piena testimonianza di come aveva raggiunto l’accordo con i libici e la restante parte dell’equipaggio.

Tra le altre dichiarazioni, ha affermato che il pagamento sarebbe avvenuto una volta concluso il viaggio, ovvero quando in Italia, quindi con la clausola “salvo arresto”. 3.000 dollari ed un piccolo anticipo prima della partenza.

Per la prima volta si registra uno sbarco con equipaggio misto con una forte presenza di cittadini libici che per sviare le indagini hanno falsamente dichiarato di essere marocchini.

Trovare i testimoni è stato particolarmente complicato, considerate le minacce subite durante tutto il viaggio ma, con grande professionalità, gli investigatori sono riusciti a individuare qualcuno che aveva intenzione di collaborare.

La paura di rendere confessione era più che giustificata, visto che l’equipaggio durante la traversata era armato di coltelli e cacciaviti. “Quando qualcuno di noi si alzava per provare a trovare una posizione più comoda veniva subito minacciato con il coltello; ho visto un libico che puntava il coltello alla gola di un siriano che voleva mettersi accanto alla sua famiglia; erano tutti armati e ci dicevano di non muoverci per non fare affondare la barca fatiscente sulla quale viaggiavamo; quando è passato un elicottero sopra noi, hanno costretto un pakistano e mettersi al timone ma lui non c’entra nulla”.

Al termine delle dichiarazioni rese, raccolti i gravi indizi di colpevolezza necessari per procedere al fermo, tutti e 7 gli indagati sono stati condotti in carcere e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Continuano le indagini per verificare ulteriori elementi, contenuto dei telefoni cellulari sequestrati e dichiarazioni di altri migranti che si ritengono utili per l’odierno fermo di Polizia Giudiziaria.

La Polizia Scientifica ha già terminato gli accertamenti sull’esatta identità degli scafisti, rimangono quelli che la Squadra Mobile concluderà nei prossimi giorni per stabilire l’esatta provenienza degli scafisti.

Il business è sempre l’obiettivo principale dei libici, 2.000 dollari a passeggero in media, ovvero circa mezzo milione complessivamente per gli organizzatori.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 75 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

 

 

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