FERMA E PRAGMATICA LA RISPOSTA DI GIROLAMO CARPENTIERI SULLA ATTUALE SITUAZIONE

Modica.

Più pacato nei modi ma altrettanto fermo nei contenuti il richiamo di Girolamo Carpentieri (Presidente del polo commerciale di Modica) sulla attuale tragica situazione di protesta che vede coinvolta gran parte della Sicilia.

A una settimana di distanza dal vertice in Prefettura, si chiede ancora una volta ai soggetti politici, in particolare a coloro che rappresentano e amministrano la Provincia, una particolare attenzione al problema e soluzioni chiare e sostenibili che risolvano seriamente il problema sul territorio e non si limitino a rattoppare una falla di proporzioni considerevoli. Per chi ha deciso di scendere in piazza e per chi è rimasto dietro il registro di cassa della propria attività commerciale.

Carpentieri dichiara, da comunicato, che la categoria che rappresenta ha subito ingenti crolli di incassi che dovranno essere ammortizzati in futuri periodi di attività; commercio permettendo.

Dichiarazioni che, fuori da ogni strumentalizzazione, si tiene a precisare, non condannano la manifestazione (definita disorganizzata e disperata) e la solidarietà a quest’ultima, nelle diverse forme possibili, ma che promuovono un differente approccio che mira a contestare-dialogare dell’ingente problema direttamente nelle sedi istituzionali preposte.

La maggiore colpa va attribuita ad una classe dirigente che per troppo tempo ha fatto orecchie da mercante.

Ancora Carpentieri: “Le iniziative da noi autonomamente intraprese, dall’occupazione di Palazzo San Domenico alla concertazione con il Prefetto, dimostrano che, da soggetti che sono presenti nel tessuto economico e sociale della città,abbiamo sentito il dovere di agire non solo a tutela delle nostre imprese ma di un interesse generale”.

Per evitare il disastro economico si rassicura una operatività costante e propositiva oltrepassando, perfino, la politica e le associazioni di categoria come i sindacati, qualora non si dimostrino consapevoli dello schiaffo che hanno ricevuto da questa manifestazione.

Una volontà che porta alla politica del fare. Una maniera d’azione costretta e dettata da condizioni più che sfavorevoli ma che, comunque, dovrà negoziare le proprie azioni tra esigenze particolari del territorio e norme imposte dall’amministrazione nazionale.  

L’attuale circostanza presuppone un cambio di rotta, della politica come dell’economia, che se bene interpretato rinverdirebbe una cultura dell’amministrare incancrenita su se stessa.

 

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