FARMACO “TASIGNA” PER LEUCEMICI. PERCHÉ REPERIRLO SOLO A CATANIA ?

Il segretario generale della CGIL di Ragusa, Giovanni Avola, ha inviato una nota all’assessore regionale alla Sanità, Lucia Bosellino, per sottoporgli il pesante sacrificio cui sono costrette tutte quelle persone ammalate di leucemia e residenti nella provincia di Ragusa costrette a recarsi a Catania per ritirare il farmaco necessario per le cure. Questo è il testo: 

“I malati di leucemia cronica che sono in cura presso il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, residenti nella provincia di Ragusa e in altre province siciliane, sono costretti, secondo il protocollo di cura, a recarsi mensilmente presso la Farmacia del Policlinico catanese a ritirare il farmaco per le cure.

Per le persone malate e anziane si tratta di sacrifici pesanti e insopportabili dal punto di vista

Psicofisico ed anche economico, al punto in cui in alcuni casi di rinunciare alle cure.

Malgrado il protocollo preveda la possibilità che detti farmaci possano essere distribuiti da farmacie

ospedaliere territoriali di domicilio o comunque da Ospedali in cui operano centri di ematologia, e in questo senso per alcuni di questi farmaci la distribuzione viene già effettuata presso gli Ospedali di residenza, la stessa cosa non avviene relativamente al farmaco “TASIGNA” che i malati mensilmente sono costretti a ritirare presso la farmacia del Policlinico catanese.

Non si capisce per quali ragioni o ostacoli burocratici lAssessorato Regionale alla Sanità,

nonostante le sollecitazioni dello stesso Policlinico catanese, non autorizzi la distribuzione di

detto farmaco anche presso le farmacie degli ospedali di domicilio dei malati o dei centri di

ematologia più vicini, fermo restando la titolarità della somministrazione del protocollo del

farmaco ai medici del Policlinico catanese.

Nella fattispecie si chiede che il farmaco denominato TASIGNA venga distribuito, anche in

forma nominativa, e personalizzata, alle farmacie degli Ospedali Iblei o del centro di ematologia

di Ragusa al fine di risolvere il grave problema degli insopportabili sacrifici dei pazienti. Basta

una semplice disposizione del Direttore Generale dellAssessorato per porre fine ad una

disfunzione che si ripercuote drammaticamente sui leucemici cronici.

                                

 

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