FAILLA: “AI CAPPONI NON SI PUO’ CHIEDERE DI ANTICIPARE IL NATALE!”

“Di giorno tesse e di notte disfa”. E’ la storia non della Penolope di mitologia greca, ma dell’on.Riccardo Minardo Presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, quella cioè che ha bocciato il ddl che prevedeva la riduzione del numero dei parlamentari dell’Assemblea siciliana”. “Come sempre l’on.Riccardo Minardo non esita a dimostrare la sua incoerenza”. Lo ha detto il V.Presidente del Consiglio provinciale ed esponente di Forza del Sud, Sebastiano Failla, il quale aggiunge:

“L’abile manovratore dei lavori della Commissione parlamentare , infatti, appena il 26 gennaio scorso,come documenta un suo comunicato stampa, denunciava nei confronti del Pdl e di Forza del Sud,uniche opposizioni alla melassa indigesta del governo Lombardo “un certo ostruzionismo,che definirei come atteggiamento pretestuoso, messo in atto a prescindere dall’argomento e dai contenuti da trattare”. “La crociata contro gli sprechi era partita proprio dal Presidente Minardo (Mpa) che, a parole, anzi a suon di comunicati stampa, cercava la più ampia condivisione tra i suoi colleghi., nei fatti, però, bleffava. Dov’era il trucco?”

“Appena dopo una settimana dai propositi moralizzatori e dagli squilli di tromba intonati in ragione del risparmio delle risorse pubbliche, l’on. Riccardo Minardo ha votato contro il ddl, lasciando che solo i parlamentari del Pd si schierassero apertamente a favore. Stavolta,però,niente comunicato. Meglio non farlo sapere in giro”. “In effetti, la conseguenza della sforbiciata del numero dei parlamentari invocata dal disegno di legge avrebbe penalizzato, tra le altre, anche la provincia di Ragusa”.

“Forza del Sud è per una revisione dell’impianto complessivo del sistema che norma l’attività degli enti locali in Sicilia e ,infatti, ha assunto la posizione politica a vantaggio dell’efficienza amministrativa e gestionale nella battaglia che il nostro partito sta conducendo contro la mala-burocrazia e contro la mala-amministrazione a favore del territorio in tutto il Mezzogiorno d’Italia. “D’altra parte – chiude Failla – non si poteva chiedere ai capponi di anticipare il Natale”.

 

 

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