È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ESSERE O DEFINIRSI?
25 Gen 2016 20:48
Se sono nato uomo perché mi sento donna?
Se sono nata donna perché mi sento uomo?
Spesso molti ragazzi quando si guardano allo specchio si pongono questa domanda e quando noi sentiamo loro parlare di tale argomento o vediamo loro in un determinato comportamento, l’unico pensiero che ci viene in mente, al massimo, è dire “quello è frocio, quella è lesbica” o l’unica opzione in grado di persuaderci è che ormai “lo fanno tutti” suscitando in noi un senso di omofobia.
Noi sappiamo che gli individui vengono divisi in uomini e donne sulla base delle loro differenze biologiche.
Spesso i termini sesso e genere vengono considerati sinonimi.
Gli studi di genere propongono, invece, una suddivisione, sul piano teorico-concettuale, tra questi due aspetti d’identità:
· IL SESSO (sex) costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binarismo maschio/femmina,
· IL GENERE (gender) rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo/donna.
La definizione di GENDER è alquanto sconosciuta a molte persone, però vi sono diverse spiegazione di gender.
Cominciamo con l’analizzare il termine.
Al primo impatto, secondo la nostra lingua italiana, la parola “gender”, è un termine preso a prestito dalla grammatica, dove indica esclusivamente l’appartenenza di una parola ad una categoria, che di per sé non fa riferimento al sesso, anche se allude alle caratteristiche di solito attribuite ai sessi, infatti se andiamo a scavare nel suo passato, essa deriva dal latino GENUS, con il significato di sesso che a sua volta deriva dal latino secare, cioè “dividere o tagliare”, in senso ampio “distinguere”.
Una precisa corrente definisce la teoria gender come una teoria secondo cui non esistono differenze biologiche tra i sessi (a parte quelle puramente fisiche) e che quindi proclama l’eguaglianza assoluta tra maschi e femmine. Per dirla con le parole di uno dei suoi oppositori: Diacono Girolamo Furio che la definisce così:
«La teoria del gender è un’idea che sostiene la non-esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne determinata da fattori scritti nel corpo, ma che gli uomini e le donne sono uguali da ogni punto di vista; c’è quella differenza morfologica, ma non conta niente. Invece la differenza maschile/femminile è una differenza esclusivamente culturale, cioè gli uomini sono uomini perché sono educati da uomini, le donne sono donne perché sono educate da donne.
Se non ci fossero queste costruzioni culturali non ci sarebbero differenze tra uomini e donne e il genere umano sarebbe fatto di persone uguali. In tal modo la sessualità viene dissociata dalla personalità, non viene naturalmente connessa con la costruzione di una persona».
Questo fenomeno possiamo paragonarlo un pò come “il genere” della grammatica italiana, prendiamo come esempio “il braccio e la gamba”;
Analizzandoli arriviamo a dire che: la parola gamba è femminile, mentre la parola braccio è maschile; ma questo non ci fa distinguere quando noi pronunciamo queste parole, se esse sono maschile o femminile!
Vi sono diversi concetti di genere come il “ruolo di genere”, che a sua volta è stato distinto in tre diversi concetti:
identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale.
L’identità di genere è, secondo una definizione di Money, “il perno della nostra identità”. Può essere definita come il nostro senso profondo o basilare, ovvero come la nostra percezione di noi, in quanto maschi o femmine, rispondendo alla domanda “A quale sesso sento di appartenere?”.
Il termine ruolo di genere è invece usato per riferirci a comportamenti, alle abitudine e ai tratti della personalità, che una società (in una determinata cultura e periodo storico) definisce “maschile” o “femminile”. Per esempio, tessere nell’antica Grecia era tipico del (e riservato al) ruolo femminile, mentre nell’antico Egitto era tipico (e riservato al) ruolo maschile. Risponde alla domanda : “Quali tipi di comportamento la società in cui vivo ritiene adatti al sesso a cui appartengo?”Infine, l’orientamento sessuale è la risposta di una persona a uno stimolo sessuale. Risponde alla domanda: “Da quale sesso sono attratto?”
Però un dettaglio da non tralasciare abbastanza importante, è non confondere l’omosessualità con la teoria GENDER.
L’omosessualità viene espressa come una variante del comportamento umano che spinge un uomo o una donna a provare attrazione sentimentale o/e sessuale nei confronti di una persona dello stesso sesso.
Sfruttando l’emozionalità dell’omosessualità si è introdotta questa teoria che esprime una visione confusa di un IO dove già ce n’è abbastanza. E’ un concetto in cui si esprime un uomo e non può scorgersi in diversi modi, in base a ciò che sente di essere al momento.
Facebook, un social network, che viene usato da tutto il mondo, sopratutto da noi adolescenti, ad esempio, è un ottimo modo per diffondere questa teoria, infatti al momento dell’iscrizione compaiono circa 51 generi per identificarci.
Gli attivisti cattolici affermano che alcuni organismi internazionali e potenti LOBBY di potere LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) sono in marcia verso l’obiettivo comune dell’uguaglianza in una società aperta e inclusiva per tutte le persone che la compongono, di conseguenza avere diverse forme d’amore e diverse forme di famiglia, chiedendo un “SI” per ‘l’uguaglianza’ in Italia. Essi promuovono questa ideologia attraverso la sostituzione del termine sesso con gender, l’estensione alle coppie dello stesso sesso, degli stessi diritti della famiglia tradizionale con la possibilità di avere una gravidanza con la fecondazione artificiale o con l’ausilio di una portatrice o portatore esterna/o e di conseguenza essere consapevoli di dare una visione diversa della famiglia originale in cui vi è una figura maschile e una femminile.
Insomma, viene proposta comunque come una crescita e un passo per l’uguaglianza tra uomini e donne, per arrivare alla non esistenza biologica tra i due sessi.
Vogliamo veramente questo?
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Articolo redatto da : Patti Katia, Bianchi Siria e Paladino Luana
Classe III B indirizzo Turistico
Istituto Tecnico Statale” G. Garibaldi” – Marsala
Docente referente: prof.ssa Teresa Titone
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