ENNESIMO ED ASSORDANTE INSUCCESSO DELLA POLITICA LOCALE

Egregio Direttore,

oggi pomeriggio, approfittando del giorno festivo, avevo provato un po’ a riposare ma troppe riflessioni si sono affastellate in mente e così ho deciso, se Lei permette, di condividerne talune con i Suoi lettori…

La prima, se vuole anche banale, è che persino i programmi di video-scrittura dei personal computers si sono assuefatti alla dominazione berlusconiana. Ho, infatti, notato che digitando quest’ultimo aggettivo nel dare un titolo alla presente lettera, contrariamente a ogni attesa, tale termine (“berlusconiano” appunto) non viene sottolineato con la famigerata linea rossa con cui il programma solitamente segnala l’utilizzo di parole non conosciute o errate.

E ciò, provate, non accade con l’aggettivazione del cognome di nessun altro politico italiano vivente.

Non solo gli italiani, ma anche i pc, hanno dunque digerito diciassette e più anni di (sub)cultura berlusconiana. Ma, a non farmi riposare, non era, almeno una volta, il pensiero di B., ma i segnali stradali di cui sono piene alcune strade della provincia iblea. Nulla questio in ordine alla palese irragionevolezza ed ingiustizia della prescrizione imposta. L’avvenuta imposizione agli automobilisti, nelle strade statali attorno a Ragusa, di tenere a bordo le catene da neve, è, però, una questione tremendamente seria (e triste) che, purtroppo, dà l’esatta misura del peso specifico di tutte le istituzioni locali.

Ci aspettavamo rappresentanti politici della collettività pronti a far rinsavire i dirigenti dell’Anas con la conseguente revoca del provvedimento, ed invece, per tutta risposta, abbiamo ottenuto la conferma della prescrizione.Il punto è che la Politica (quella che, pretesamente, ha – o si attribuisce – la P maiuscola) continua, anche in questa vicenda, a fare finta di niente, nascondendo l’ennesimo insopportabile ed assordante insuccesso, dietro l’ostentazione di bilanci di fine anno positivi e lusinghieri, come se nulla fosse accaduto.

Ed invece nessuno ha avuto il coraggio di dire, ad esempio, che un altro anno è passato senza che l’aeroporto di Comiso sia stato aperto, senza che una strada, degna di questo nome, sia stata neppure appaltata nell’intera provincia… Eppure i bilanci di fine anno sono positivi.

Vorrei sapere, a proposito, a cosa è servita la manifestazione a Roma, davanti al ministero dell’Economia dello scorso 18 maggio (il termine “marcia” utilizzato in quei giorni, scusatemi, ma, ancora nel 2012, mi crea ribrezzo se accostato a “Roma”), con quali soldi è stata pagata, e soprattutto perché, a fronte di tanto clamore, nessun rappresentate politico del ministero, a quanto si è potuto apprendere, si è degnato di ricevere i nostri politici.

Nei bilanci di fine anno nessuno ha, poi, avuto il coraggio di raccontare le magnifiche sorti e progressive dell’università iblea, il suo clamoroso fallimento ed, ancora, i veri responsabili delle scelte compiute.

Certo è che se dieci autisti di pullman, per quanto bravi ed esperienti, vengono calati a dirigere una scuderia di formula uno, magari guidando a turno la monoposto, il dubbio che, alla fine, non si vinca il campionato e che, soprattutto, non si riesca a terminare la stagione, è più che legittimo.

Ai generali romani, per tornare all’impero (quello romano), che vincevano in battaglia spettava il trionfo; a Ragusa, nella estrema provincia dell’(ex?) impero (ci accontentiamo di quello berlusconiano), basterebbe applicare i principi di etica pubblica, trasparenza  e responsabilità nell’azione di governo e di amministrazione del territorio… anche in occasione dei bilanci di fine anno.

Nel ringraziarLa per lo spazio offertomi, porgo distinti saluti.

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