EMERGENZA IDRICA A RAGUSA: L’ARPA DESCRIVE UN QUADRO DISASTROSO

Gravi le condizioni di inquinamento ambientale nel capoluogo ibleo. Questo quanto emerge dalla relazione a cura dell’Arpa consegnata stamane ai componenti della commissione Ambiente del comune di Ragusa. L’organismo consiliare, convocato dal Presidente Mario Chiavola su richiesta di alcuni consiglieri (primo firmatario Gianluca Morando, UdC), ha incontrato il dirigente del settore Ambiente Giulio Lettica ed alcuni componenti dell’ufficio comunale competente.

“Importante fare chiarezza – afferma in apertura il presidente Chiavola – sulla situazione di emergenza di approvvigionamento idrico che riguarda la città e che sta esplicitando i propri effetti con un razionamento dell’acqua con cui poche volte, in precedenza, il capoluogo aveva dovuto fare i conti”. 

Nessuna novità circa la chiusura dei due pozzi, sottoposti a controlli giornalieri, nei quali sono stati riscontrati valori di ammoniaca 60 volte superiore al limite consentito. “Un grave inquinamento di natura organica – si legge nella relazione Arpa firmata dalla dottoressa Maria Antoci – direttamente collegabile alla presenza di aziende zootecniche che insistono nell’area di ricarica delle sorgenti Oro e Misericordia”.

L’inquinamento è diretta conseguenza quindi di una gestione degli effluenti di aziende di allevamento inadeguata rispetto alle moderne pratiche zootecniche. L’Arpa esclude invece possibili correlazioni fra il forte inquinamento dell’acqua ed eventuali perdite di percolato dalla discarica di Cava dei Modicani.

“Un problema che risale al 2010 – sottolineano Maria Grazie Criscione, Movimento Cittá, e Gianni Lauretta del Pd -, quali i provvedimenti presi dalla precedente amministrazione per risolvere la questione? Ci sono state precise indicazioni al fine di intervenire tempestivamente?”.

I tecnici riferiscono di aver convocato a suo tempo le aziende agricole comunicando l’obbligo di allestire opportune vasche di contenimento per i liquami reflui. Non fu possibile però verificare il perfetto adempimento della fase di svuotamento di tali vasche. Una tracimazione dei liquami, presumibilmente, la causa dell’inquinamento. Il dirigente Lettica ricorda inoltre la convocazione di tavoli tecnici competenti in cui Nas, Genio Civile, Arpa ed una rappresentanza di agricoltori, furono coinvolti dal Comune di Ragusa al fine di porre rimedio.

Eppure, denuncia l’Arpa, “nei prelievi effettuati nel mese di gennaio 2013, il torrente Ciaramite dopo lo sversamento della sorgente Oro presenta tenori di inquinamento paragonabili a quelli riscontrati negli scarichi in ingresso ad un impianto di depurazione”.

“Di fronte ad una emergenza di tale gravità – ribatte il consigliere Titì La Rosa – appare demagogico accusare l’ex sindaco. E’ impensabile sostenere che la scorsa amministrazione non si preoccupò della salute dei cittadini, tematica che non ha certo colore politico. Gli uffici hanno continuato a lavorare e noi abbiamo piena fiducia nella loro professionalità”.

“Non è certo questa la sede opportuna per individuare i colpevoli – aggiunge Peppe Calabrese, Pd – quello che preme oggi è capire quali sono le possibile iniziative da intraprendere e se ci sono azioni efficaci affinchè il comune superi l’emergenza. A tal fine chiedo che si coinvolgano tempestivamente il Commissario straordinario ed il Prefetto nella pianificazione di strategie risolutive”.

 

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