È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
EMERGENZA IDRICA A RAGUSA: DALLA PROTESTA SI PASSA ALLA PROPOSTA
28 Feb 2013 12:57
Una conferenza stampa giovedì mattina a Ragusa per illustrare alcune possibili ed immediatamente attuabili soluzioni per ovviare al problema dell’inquinamento dei pozzi B e B1, causa scatenante lo stato di emergenza idrica in città.
Prosegue l’azione portata avanti dall’Associazione Partecipiamo Ragusa, impegnata da oltre un mese a dar voce e supporto ai cittadini iblei costretti a convivere con la mancanza di acqua potabile. Dopo la consegna delle 150 lettere di diffida e messa in mora e in attesa di aver accesso agli atti in possesso del Comune, si è deciso di passare alla proposta chiedendo un incontro col Commissario straordinario per illustrare nel concreto un intervento che consentirebbe almeno di fronteggiare la situazione d’emergenza venutasi a creare.
Il presidente dell’associazione Marcella Scrofani e la portavoce Concetta Camillieri hanno spiegato i contenuti della proposta consistente nel richiedere il montaggio alla sorgente di unità mobili di potabilizzazione che consentono la potabilizzazione delle acque inquinate in 48 ore.
“Riteniamo che l’Amministrazione Comunale, consapevole del perdurare dello stato di crisi, avrebbe dovuto trovare soluzioni all’emergenza tali da riportare la situazione alla normalità in tempi brevi – ha dichiarato il presidente Marcella Scrofani –. Chiediamo al Commissario di adottare ciò che viene utilizzato nel mondo in casi anche più gravi di quello di Ragusa e cioè l’utilizzo di unità mobili di potabilizzazione. Sistemi, questi, particolarmente adatti alle situazioni di emergenza idrica in caso di calamità naturali o indotte. Le unità mobili di potabilizzazione hanno una elevatissima o totale capacità di depurazione di materiali in sospensione, polvere, cloro, solventi, colore, batteri come i protozoi riscontrati nell’inquinamento a Ragusa, financo contaminazioni radioattive. Il trattamento di purificazione è completo e grazie all’ultrafiltrazione su container entra a regime in 48 ore. Perché il Comune di Ragusa non ha utilizzato il sistema di Unità Mobili di Potabilizzazione che avrebbe eliminato il disagio di questi 2 mesi ad oltre 4.000 famiglie e 15.000 persone?”.
Un sistema semplice, che risulta oltremodo conveniente sotto il profilo economico per il comune e per i cittadini. La portavoce dell’associazione Concetta Camillieri è passata all’esame dei costi raffrontandoli a quelli già sostenuti dal comune di Ragusa per l’emergenza idrica. “Una unità di potabilizzazione mobile ha un costo di noleggio annuo che si aggira tra i 120 e i 140 mila euro e può trattare una sorgente/pozzo – ha spiegato Concetta Camillieri.
Per capire la convenienza di questo intervento, basti pensare che il Comune con due determinazioni a distanza di 15 giorni ha affidato il trasporto idrico con autobotti a due soggetti privati per fare fronte all’emergenza idrica per un costo totale di 40.000 euro. A questo aggiungasi altre determinazioni, una per complessivi 28.000 euro per acquisto di prodotti chimici e un’altra di 5.000 euro. In soli 15 giorni il Comune ha speso 73.000 euro e perdurando l’emergenza, volendo ragionare per difetto, andrebbe a spendere mediamente per il trasporto in autobotte dell’acqua la cifra di 50.000 euro al mese. Si aggiunga a ciò il fatto che, non potendo l’ente comunale approvvigionare 4000 famiglie e che ogni famiglia spende in media 50 euro al mese, la spesa per i cittadini ammonterebbe a circa 200000 euro al mese oltre ai possibili mancati introiti del tributo idrico e ai disagi prodotti a 15.000 persone. Tutto questo solo per non avere ritenuto di spendere mediamente 10.000 euro al mese per il noleggio mensile di una unità mobile di potabilizzazione. Si badi bene, si tratta di un ragionamento in cui i costi vengono analizzati per difetto perché i primi riscontri di spesa sono più alti”.
Il presidente Scrofani va oltre con l’esame dei costi. “Se invece di una unità mobile che effettuerebbe il trattamento per una sorgente si noleggiassero due unità mobili per due sorgenti, il Comune avrebbe una spesa mensile di 20.000 euro a fronte di 250.000 euro mensili attuali tra spese proprie e spese dirette dei Cittadini. Il costo per due sorgenti potabilizzate con unità mobili ha un rapporto di costi mensili che, confrontato a quello che il comune andrebbe a sostenere affrontando il problema come ha fatto finora, è di 1 su 12,5. Per ogni euro che il Comune spende per l’unità di potabilizzazione, che elimina nell’immediato l’emergenza, si risparmiano quindi per le casse del Comune e per le tasche dei cittadini 13 euro, oltre alla fine dei disagi e dell’emergenza. Rapportato all’anno il Comune spenderebbe 240.000 euro per due pozzi potabilizzati e ne risparmierebbe 600.000 euro direttamente e 2.400.000 euro a carico dei Cittadini, 240.000″.
© Riproduzione riservata