ELIO D’ANDRASSI AL CAPEZZALE DI UN AMMALATO GRAVE

 

Elio D’Andrassi attuale assessore all’agricoltura della Regione siciliana ha sfidato la grave crisi dell’agricoltura proprio nella provincia dove il malessere sta diventando cronico. Non lo conoscevamo ma in sede di conferenza stampa alla Cna poco prima che cominciasse il convegno indetto dall’Mpa, abbiamo potuto capire che malgrado le domande ficcanti, dure, a volte nimperinenti dei giornalisti ragusani, l’assessore ha le idee chiare e, pur non sapendo se riuscirà a salvare il grande malato che è l’agricoltura siciliana, probabilmente ce la metterà tutto, Ars permettendo, Stato italiano  e Comunità Europea pure. Perchè occorrono risorse enormi per far guarire l’ammalato e l’azzeramento di situazioni di grave difficoltà in cui versano le aziende agricole ragusane in fatto di zootecnia, produzioni serricole, produzioni lattiero casearie in fatto di concorrenza sleale da parte di paesi comunitari e non. D’Antrassi ha affrontato tutti i temi posti dai giornalisti quasi con serenità che a volte ci è sembrata eccessiva tenuto conto della gravità della situazione. Una cosa però ci è sembrata assolutamente vera: sa quello che dice e forse per la prima volta ci siam trovati davanti ad un politico che è anche tecnico e quindi (se lo collaboreranno) forse qualcosa di grosso e di positivo potrà concludere. Temi come commercializzazione dei prodotti serricoli, latte siciliano, produzioni, Centri di ricerca, Consorzi di tutela, Mercati ortofrutticoli, Piano paesaggistico, sviluppo dei mercati di consumo etc etc, non sono cose da poco e, pur non condividendone alcune linee, bisogna dare atto all’Assessore che ce la sta mettendo tutta. Per concludere ci è sembrata oltremodo dignitosa l’assunzione di responsabilità di alcune sue affermazioni che quando non condivise dagli operatori dell’informazione, venivano reiterate con l’affermazione che forse non si era espresso bene ma che ribadiva quanto aveva detto prima. Insomma un “giovane volpone” che fa una politica originalissima ma per fortuna con onestà intellettuale cosa non troppo frequente di questi tempi.

 

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