ELEZIONI IN SICILIA: TRA POLITICA ED ANTIPOLITICA

La storia recente del Novecento ci  insegna che laddove  si sono manifestati movimenti sociali  distruttivi e falsamente sociali sono attecchite dittature, vedi il fascismo e il nazismo, nati sul malcontento collettivo, su una crisi economica imperante.

E’ il malcontento, la classe politica sorda alle critiche , che come lo struzzo sotterra la propria testa nella sabbia, la corruzione, la mancanza di etica , a dare spazio e vigore all’antipolitica.

Un fenomeno da non sottovalutare,l’antipolitica, che attecchisce sempre più, e in modo imperante, facendo leva sui bisogni e richieste non ascoltate . Ma i corsi e ricorsi storici, di cui parlava Vico, ci dovrebbero indurre a dei rimedi immediati, prima che sia troppo tardi.

E’ proprio, ora, qui in Sicilia, in questo momento critico di elezioni politiche che dobbiamo stare attenti affinché questa non attecchisca per il bene comune.

La Sicilia, da sempre, è stata una palestra politica per la nazione, dove si sono sperimentate alleanze e coalizioni, ma oggi bisognerà fare i conti anche con l’antipolitica che, basandosi sulla crisi dei partiti, cerca di avere presa facile su un popolo stanco delle parole e delle promesse non esaudite. La Sicilia, come l’Italia, è allo stremo, e la crisi economica è imperante.

Inoltre, data la realtà, le idealità non sono considerate valori, e scemano sempre più.

E’ proprio ora che i siciliani devono capire che solo persone, di convalidata capacità, competenza amministrativa, potranno portare la Sicilia fuori dalla crisi con gli appropriati cambiamenti di rotta nei confronti del clielentelismo e del malcostume collettivo. Niente clielentelismo, ma meritocrazia non nelle parole, ma nei fatti, niente leggi ad personam, ma per il bene comune della Sicilia e dei siciliani.

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