ELEZIONI IN SICILIA: RASSEGNAZIONE O SPIRITO DI CAMBIAMENTO

Ad una settimana   delle elezioni regionali, avremo il nuovo presidente dei siciliani. La campagna elettorale si infervora tra decisi, che cercano di convincere gli indecisi a votare, tra piazze affollate che vedono Grillo nei suoi talk show elettorali, politici alla ricerca di elettori,  tra “tutto cambi perché tutto resti com’è”, per dirla con Tomasi di Lampedusa.

Fatto è che dovremo scegliere, e la battaglia si svolge tra indecisi e decisi, tra chi voterà per piccoli favori personali ottenuti ,  chi per grandi idee e idealità, principi e valori,  chi non vuole votare, e gli indecisi, facile preda dalle diverse parti.

Una cosa è certa, e appare da tutti i commenti dei cittadini sugli on line, che il futuro presidente da solo non raggiungerà la maggioranza, e si dovrà alleare con il meno peggio. Situazione difficile ed impervia, ma necessaria.

 Chi sarà l’ago della bilancia?C’è chi urla ad inciuci, chi prevede accordi fantascientifici. Non ci avventuriamo in questi, ma poniamo il problema, se questo ci è consentito farlo!

Tutta la campagna elettorale è stata impostata sulla parola”cambiamento”, e ci si chiede se questo avverrà realmente:una lettura ai commenti , nei vari on line, ci sembra che si racchiuda in quella frase del Principe Salina, rivolta al  nipote Fabrizio.

Questa era la Sicilia dell’800, ma che cosa è cambiato in questa isola conservatrice, sorniona e poca avvezza ai cambiamenti? Tutto e niente. I siciliani spesse volte subiscono le cose, e prima di cambiarle ne deve passare di tempo, c’è una rassegnazione che è tipica del popolo, profusa in tutta l’isola.

Eppure il cambiamento affascina, ma, non sappiamo, se prevarrà.

 

 

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