EDIZIONE DELLE ORE 7 DEL 2 MARZO 2013

Solo per battere dove il dente duole: può sembrare una coincidenza ma due di quelli che , alle ultime elezioni, hanno preso la botta più forte sono, senza dubbio, Bersani e Casini, anche se il primo risulta vincitore della competizione. Se si va a vedere sono accomunati dalla origine emiliana che si esplicita, soprattutto, nella parlata con chiara cadenza dialettale, più forbita e aulica quella di Casini che risente dell’aura dorata delle stanze democristiani e curiali, più popolare e gergale quella di Bersani.

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Piero Sansonetti è un giornalista cresciuto, professionalmente, al giornale l’Unità, l’organo del vecchio Partito comunista, per cui ha lavorato come cronista, notista politico, caporedattore, vice e condirettore. Dal 2004 al 2009 è stato direttore di Liberazione, l’organo del Partito di Rifondazione Comunista.

Attualmente direttore di Calabria Ora, collabora con Libero: dalle pagine di quest’ultimo quotidiano ha lanciato la sua ipotesi per uscire da vent’anni di berlusconismo e conseguente antiberlusconismo.

Semplicemente, per risolvere anche l’attuale impasse istituzionale, consiglia di unire i voti di destra e sinistra per mandare Berlusconi al Quirinale, contribuendo, così, ad una sorta di pacificazione che salderebbe l’alleanza, garantirebbe i mercati e le potenze straniere, sopirebbe i conflitti nel ceto politico, permetterebbe al Pd di governare con tranquillità il Paese da posizioni moderate e centriste.

Tirata fuori da un personaggio con il suo pedigree di sinistra, la trovata poteva impressionare ma mai quanto ha turbato i giornalisti Lirio Abbate dell’Espresso e Peter Gomez del Fatto che ne hanno detto di tutti i colori, arrivando ad accusare Sansonetti di connivenze con i boss della ‘ndrangheta e di sottomissione al Cavaliere.

Per uno che ha lavorato per 35 anni con compiti di responsabilità nei due maggiori quotidiani della sinistra di partito, non c’è che dire!

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E’ di moda la caccia ai titoli fasulli. Dopo Giannino, si scopre che anche Crosetto, già del PDL, fondatore di Fratelli d’Italia con La Russa e la Meloni, ha vantato una laurea mai ottenuta, in economia. C’est chic !

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Innervosito per i tentativi che sarebbero messi in atto dalla sinistra per ammaliare i parlamentari a 5 stelle, nonché per le false dichiarazioni che circolerebbero sulla rete per buttare discredito sugli stessi, Grillo ha modificato i suoi apprezzamenti su Bersani: da “stalker politico, morto che cammina”, stamane è venuto fuori il “Questi (del Pd) hanno la faccia come il culo. I vertici del pdmenoelle si stanno comportando come dei volgari adescatori”. Se questo è il crescendo possiamo sperare bene.

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In vista della prossima legislatura, in nome della trasparenza e della legalità, prima di andarsene, vogliono lasciare un segnale, un ricordo del proprio passaggio. Si vocifera che l’ufficio di presidenza della Camera, diretto dall’attuale Presidente Gianfranco Fini con i rappresentanti dei partiti Pd, Idv, Lega, Pdl, Udc e vari gruppi, avrebbero intenzione di deliberare per l’assunzione a tempo indeterminato circa trenta persone, collaboratori, assistenti, segretari che hanno lavorato per i 18 componenti dell’ufficio di presidenza.

Sarà bello vedere se la cosa va in porto e per mano di quali partiti.

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In giro per Roma, attorno ai palazzi del potere, si sono visti solo neoparlamentari grillini. Intervistati al volo da qualche giornalista, si sono dimostrati disponibili, ma, soprattutto, spiritosi e con la battuta pronta.

Uno di loro, Alessandro Di Battista, secondo quanto riporta Il Fatto, alla domanda se avessero preso visione dei regolamenti parlamentari, una domanda chiaramente provocatoria che richiama i dubbi di molti sulle conoscenze del mondo della politica da parte dei neo eletti, ha risposto così: “Sì, è normale ci dobbiamo informare al massimo perché è una responsabilità, però non crediate che sia così complesso, se c’è riuscito Gasparri ci può riuscire chiunque”.

Albus

 

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