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Edipo Re al castello di Donnafugata. La dualità del personaggio di Sofocle con la Compagnia Godot
20 Ago 2018 18:26
Una tragedia classica nel parco del Castello di Donnafugata. Da questo mercoledì 22 a domenica 26 agosto, la Compagnia G.o.D.o.T. di Ragusa porta in scena “Edipo Re” con la regia di Vittorio Bonaccorso. Una messa in scena straordinaria, studiata per essere portata sulla scalinata del castello che si trova all’interno del parco, con la traduzione dell’opera di Sofocle realizzata appositamente per la compagnia teatrale dalla docente catanese Maria Greco, con le parti del coro cantate da Pietro Cavalieri. In scena ci saranno Federica Bisegna (che cura anche i costumi con la sartoria affidata a Rita Scrofani) e lo stesso regista, Vittorio Bonaccorso che sarà Edipo, protagonisti assieme agli attori più giovani della compagnia ragusana che si sono formati all’interno dei laboratori teatrali. Dopo il grande successo di “Medea” di Euripide, rappresentato lo scorso anno, per il secondo appuntamento dell’edizione 2018 di “Palchi DiVersi al Castello”, la Compagnia G.o.D.o.T. ha dunque deciso di mettere in scena la tragedia delle tragedie, la più celebre di tutti i tempi, consapevoli che, come diceva Thomas Mann, “…il mito è il fondamento della vita”. Nel cast della rappresentazione teatrale ci sono Giuseppe Arezzi, Giuseppe Arrabito, Emma Bracchitta, Rossella Colucci, Benedetta D’Amato, Andrea Di Martino, Angelo Lo Destro, Benedetta Mendola, Francesco Piccitto e Lorenzo Pluchino. In scena anche Beatrice Bracchitta, Claudia Campo, Flavia Iurato, Marta Iurato, Luca Lo Destro, Giulia Massari, Anna Pacini, Sofia Pacini, Antonello Pelligra, Federica Salonia e Piera Sittinieri. Le luci sono curate Andrea Iozzia. “Affrontare il “mito”, nell’accezione più ampia del termine, significa considerare le innumerevoli ramificazioni, discendenze, trasformazioni e rifacimenti che nel corso dei secoli si sono stratificati ed intrecciati – spiega il regista Bonaccorso – Tantissime infatti le riletture dell’Edipo Re da parte di vari autori che hanno così dato al mito “…un ruolo nelle civiltà posteriori…”. Nel nostro caso un ruolo determinante perché poche figure, quale quella di Edipo, sono entrate nel linguaggio e nell’immaginario collettivo. Soprattutto dopo l’intuizione di Freud che, nel bene e nel male, nessuno può ignorare. O, all’opposto, nemmeno dopo il lucido e spietato saggio di Vernant “Edipo senza complesso”, nel quale l’autore ci invita a considerare l’inesistenza del famoso “complesso” in quanto il protagonista è all’oscuro delle sua vera discendenza. L’assunto: Edipo ha il complesso di Edipo, Edipo è un uomo, tutti gli uomini hanno il complesso di Edipo, attiene alla società dopo Freud, non a quella dello spettatore del V secolo a.C. Per questo, al di là di tutte le simbologie più o meno trasgressive e tra tutte le sfaccettature di cui il grande scienziato si è occupato, è interessante considerare quella che lui chiama l’identificazione inconscia tra spettatore e personaggio; nei casi in cui al centro dell’azione sta un soggetto che noi giudichiamo negativo ma che esercita tuttavia un fascino oscuro. Ma rispetto ai vari personaggi negativi che la letteratura teatrale ci offre, qui, però, c’è una differenza: il personaggio è negativo a sua insaputa. Anzi, Sofocle fin dall’inizio ce lo presenta come uomo retto ed eroico salvatore. Una differenza che ci pone degli interrogativi sull’interpretazione dell’Edipo Re: fatalistica o no? Seppure nell’involontarietà delle proprie azioni, Edipo vuole a tutti i costi scoprire la verità. Una verità celata dalle congetture portate avanti sul caso, così come avviene nei romanzi gialli. Ma la verità a tutti i costi, il più delle volte, porta sciagure, si sa. Il più grande caso di innocenza-colpevole ma anche di coraggio: Edipo infatti non si uccide, si toglie la vista (per la vergogna) in modo da espiare patendo. Una dualità che è tipica della moderna società. Edipo è l’uomo e il dio – incestuoso e parricida – in un unico corpo; è la cura e, al tempo stesso, il cancro della società: il dualismo dell’uomo contemporaneo”, conclude Bonaccorso nella sua presentazione alla rappresentazione. E’ già aperta la prevendita dei biglietti presso “Beddamatri” (via Coffa a Ragusa) e “Il salotti di Amelie” (via Ruggero VII a Vittoria). Per Info e prenotazioni: 338.4920769 – 339.3234452 – 0932.228745 – info@compagniagodot.it – www.compagniagodot.it. Ingresso 10 euro.
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