“E’ UTILE AVERE RISCHI DI DANNI AMBIENTALI PER RICEVERE UNA SORTA DI ELEMOSINA?”

“Apprendo da notizie di stampa che a breve potrebbero cominciare i sondaggi per la ricerca di idrocarburi nello specchio d’acqua antistante la città di Pozzallo. Non intendo assumere aprioristiche posizioni di chiusura nei confronti di questa attività. Purtuttavia è innegabile la mancanza di coinvolgimento dei territori, limitrofi alla sede di estrazione, prima del rilascio dei permessi di ricerca. Non può essere considerata tale, infatti, la sola possibilità concessa alle autorità locali di presentare osservazioni alla procedura di valutazione di impatto ambientale. Sarebbe estremamente riduttivo pensare di assolvere tale compito soltanto attraverso la partecipazione ad un procedimento. E’ la gente, sono i cittadini direttamente che devono poter esprimere la propria opinione, manifestare i propri dubbi, porre i loro quesiti. Sono anche loro, se non soprattutto loro, ad avere il diritto di conoscere preventivamente a quali rischi va incontro il loro territorio e quali possono essere i vantaggi che deriveranno dall’attività estrattiva.

Pur non volendo scendere in considerazioni di carattere tecnico, è indubbio che i rischi esistono, tant’è che è stato emanato un decreto anti-trivelle da parte del Ministero dell’Ambiente, anche se non sortisce effetto per le acque del Canale di Sicilia e che la Regione Sicilia e molti comuni hanno manifestato il loro diniego a questo tipo di attività. Anche per quanto riguarda le eventuali ricadute economiche sul territorio, derivanti dal pagamento delle royalties da parte delle compagnie petrolifere, siamo davanti ad importi irrisori rispetto alle percentuali che impongono le altre nazioni. A questo punto, il quesito che mi pongo è il seguente: è utile per i territori antistanti l’attività estrattiva correre il rischio di subire danni ambientali che inciderebbero negativamente sull’attività turistica e sulla salvaguardia ambientale per ricevere in cambio una sorta di elemosina? A questa domanda dovrebbe essere chiamati a rispondere i cittadini”.

 

 

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