È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
E se il prossimo anno i Re Magi si affidassero ad Amazon per consegnare oro, incenso e mirra? Ma poi, cos’è la mirra?
06 Gen 2024 12:48
*I Re Magi: forse erano tre, forse erano re, forse erano dei maghi… Solo il vangelo di Matteo li cita, e piuttosto brevemente. Non si sa da dove venissero, ma sappiamo dove sono finiti: a Milano* Intanto chi erano. Seguendo il racconto che ne fa il Vangelo di Matteo, tredici giorni dopo la nascita di Gesù (ma guarda un po’, dal 25 dicembre si arriva precisi al 6 gennaio), arrivarono a Betlemme alcuni «magi d’Oriente», guidati da una stella, portando in dono al bambino oro, incenso e mirra. Tanto per chiarire subito: Matteo non dice mai quanti erano (dal terzo secolo, forse basandosi sul numero dei doni si cominciò a parlare di tre magi), nel Vangelo non c’è mai scritto che erano Re. E i nomi Gaspare, Melchiorre, Baldassarre saltano fuori solo alcuni secoli dopo. Ma perché quel nome. Magi è la traslitterazione del persiano magūsh, dal greco màgos (μάγος, plurale μάγοι). Venivano chiamati così i sacerdoti dello Zoroastrismo tipici dell’Impero persiano. Scrive Ludolfo di Sassonia nel XIV secolo, nel suo Vita Christi, considerata la prima biografia di Gesù: «I tre re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero versati nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell’astrologia. Erano detti magi dai Persiani coloro che gli Ebrei chiamavano scribi, i Greci filosofi e i latini savi». Ai nostri giorni. Conclude l’analisi di Matilde Paoli per l’Accademia della Crusca, «il plurale magi è ormai solo riferibile al significato storico legato agli antichi sacerdoti persiani e naturalmente ai personaggi del Vangelo. Per ciò che riguarda il singolare la forma è magio, in quest’ultima accezione, mentre in riferimento alla casta sacerdotale è corretto mago. Per quel che riguarda la questione dell’iniziale maiuscola o minuscola, a meno che non ci si intenda riferire all’etnonimo, sarebbe preferibile usare la lettera minuscola; tanto più che magi è spesso attributo di re e i tre hanno ricevuto ciascuno un nome proprio, che a sua volta ha subito variazione nel corso dei secoli». Che fine hanno fatto. Questo invece lo sappiamo. Le reliquie sacre dei corpi mortali dei Re Magi sono a Milano. La basilica di Sant’ Eustorgio custodirebbe, secondo la tradizione, frammenti delle ossa dei sapienti Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Questi resti sarebbero rimasti per anni a Costantinopoli, trovati e recuperati da Sant’Elena. Nel 325 Eustorgio, vescovo di Milano, li ebbe in dono dall’ imperatore Costantino. Dal IV al XII secolo rimasero nella chiesa di Sant’ Eustorgio. Nel 1165, però, dopo il saccheggio di Milano, Federico Barbarossa li trafugò e li portò a Colonia. Soltanto nel 1904 i milanesi ebbero la restituzione di alcuni frammenti. Cosa ci rimane? L’incanto per questa leggenda millenaria che è stata capace di superare usi, costumi, lingue e civiltà diverse per sfidare il nostro eterno presente tecnologico. È un mito che non ha bisogno di insulsi inglesismi da ignoranti per essere raccontato. Vale la pena continuare a cercarli, con i loro vestiti sgargianti e i doni misteriosi, e sistemarli nel presepe, al giusto tempo.
Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi
*Cos’è la mirra? e perché i Re Magi la portano a Gesù? * Oro, incenso e mirra sono i doni portati dai Re Magi a Gesù Bambino. L’oro simboleggia la regalità del bambino, l’incenso ricorda la sua divinità e la mirra, usata nel culto dei morti, esprime il sacrificio di Gesù
*La mirra* La mirra è una gommaresina aromatica, estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseraceae, può anche presentarsi in polvere. Esistono oltre duecento specie di Commiphora, ripartite sulle rive del mar Rosso, in Senegal, in Madagascar e in India.
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