Droghe e dipendenze, il caso Ragusa: su 320 mila residenti in provincia, sono 2914 i tossicodipendenti monitorati dal SERT

La presenza e il commercio della droga in provincia di Ragusa sono temi da anni caduti nel dimenticatoio. Però si tratta di una realtà ben presente che si muove nascosta, sotterranea in una quotidianità impegnata in altre faccende.
Sono circa quarantamila (fonte ASP 7 di Ragusa), su una popolazione di 320 mila residenti in provincia di Ragusa, a fare uso di droghe con 2914 tossicodipendenti monitorati dal SERT (Modica 979, Ragusa 795 e Vittoria 1140) a stare dietro al dato del 2021.


Questa la sintesi tra le più evidenti emersa al termine del convegno al titolo “Droghe e Dipendenze tra criminalità organizzata e attualità di una condizione sociale” promosso dalla CGIL, Libera, l’ASP 7 di Ragusa e #CENTOPASSIVERSOIL21MARZO al Cinema Golden di Vittoria e che ha visto la presenza di oltre duecento studenti delle scuole medie superiori.


I lavori, coordinati da Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa, hanno registrato i saluti di Vittorio Avveduto, referente regionale di Libera, il quale senza mezzi termini ha detto che a Vittoria il fenomeno è presentissimo, è in mano all’ndrangheta e adesso del clan degli albanesi che importano droga dall’America Latina e che trovano in città pendant in strutture economiche fiorenti per un ampio commercio. Il convegno si è posto innanzitutto il problema di fornire agli studenti quanta più informazione corretta possibile perché solo in questo modo si possono porre in campo i rimedi migliori.


In provincia il mercato della droga è molto fiorente. Giuseppe Mustile, dirigente UOC dell’ASP 7 Dipendenze Patologiche, ha fatto un quadro chiaro. La cannabis frutta agli spacciatori ogni anno circa un miliardo e cento milioni di euro; di poco inferiore il giro del gioco d’azzardo e cadute tutte le altre dipendenze (alcol, tabagismo etc).
Un consumatore di qualsiasi età spende 300/350 euro mensili per procurarsi la droga. Il 41 per cento dei consumatori sono minori. Il SERT ne ha ricevuti 370 lo scorso anno: una media di uno al giorno. Le droghe più richieste: l’eroina (448), la cocaina (234) il crac (23). Le cure sono lunghissime: quindici/venti anni per uscire completamente dalla dipendenza. “Al SERT vengono i figli e i nipoti di persone drogate. Qualcosa nella catena degli interventi evidentemente non ha funzionato negli anni” afferma sconsolato, Giuseppe Mustile.


Ma perché una persona ricorre alla droga? Leopoldo Grosso, Vice presidente Gruppo Abele ha individuato alcune risposte: “pesa molto la “riflessione del caprone”, dichiara. Cioè si consuma droga per non essere meno degli altri; un effetto emulazione che ci consente di stare nel gruppo.
Il problema di fondo non è il consumo, che non vuol dire creare dipendenza, tra droghe legali
(tabacco e alcol) e quelle illegali (Cannabis). Il problema vero e che se si consuma bisogna farlo con prudenza. Poi si è dichiarato d’accordo per la legalizzazione della Cannabis – la proposta di referendum è stata bocciata dalla Corte Costituzionale- per la semplice ragione che sottrarrebbe alla mafia miliardi di euro e ai consumatori di acquistare anche altre droghe. Le somme che si risparmierebbero per le spese di indagini e di giustizia si potrebbero convogliare in servizi essenziali. Legalizzandola potrebbe vendersi un prodotto non nocivo alla salute dei consumatori.


Denise Amerini, del Dipartimento dipendenze e carcere area Welfare CGIL nazionale valuta il servizio pubblico sanitario molto preoccupante. Non è né autorevole, né forte e lo dimostra che si sono voluti mettere insieme i servizi della dipendenza – che sono articolati e complessi- con quelli della salute mentale. Le pene per i consumatori sono eccessive e risentono molto di ideologia nelle decisioni che si assumono. L’effetto Ucraina ci porterebbe a spendere 104 milioni al giorno per spese militari quando molte di queste risorse potrebbero essere convogliate nella sanità per fronteggiare le sue non poche emergenze. La CGIL aveva sostenuto il referendum, respinto dalla Corte Costituzionale, sulla legalizzazione della cannabis. L’organizzazione sindacale continuerà a sostenere questa battaglia con altri strumenti.
“Abbiamo ricominciato a parlare con le scuole, commenta Peppe Scifo, sul tema della droga e lo facciamo all’interno della cornice della manifestazione del 21 marzo giornata in memoria delle vittime della mafia. Il tema ha questi due elementi: da un lato la criminalità organizzata che gestisce il traffico, dall’altra le ripercussioni sulla vita, sulla salute dei giovani.


Questo è una problematica diffusa ma poco discussa. Oggi è stato fatto grazie al contributo di autorevoli relatori. Un momento anche apprezzato dalla platea di studentesse e di studenti e ci siamo presi l’impregno di continuare su questa strada per rendere vivo il confronto al fine di allargare il campo della conoscenza rispetto a tematiche così importanti.”

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