Droga, 5 chili pronta allo spaccio e 438 piante di marijuana, due arresti: uno scarcerato, l’altro resta in cella

Uno scarcerato, l’altro resta in carcere. Si tratta dell’operazione messa a segno dalla polizia a fine maggio a Vittoria. Nell’ambito di controlli mirati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti erano stati arrestate due persone. Un via vai sospetto quello evidenziato dagli agenti di polizia, che avrebbe avuto come ‘fulcro’ un casolare nel Vittoriese tanto da decidere di procedere con una perquisizione.

Il risultato è che in un sotterraneo del casolare, c’erano 438 piante di cannabis in vaso (147 chili lordi) con un sofisticato sistema di coltivazione allacciato abusivamente alla rete elettrica e in casa del proprietario del caseggiato stesso, G.D.A. (difeso dell’avvocato Giovanni Mangione), i poliziotti avevano trovato quasi 5 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana già essiccata e confezionata in buste di cellophane sottovuoto, oltre ad attrezzatura per pesare e confezionare la droga. La Polizia ha stimato che l’ingente quantitativo poteva produrre un guadagno illecito di circa 1 milione di euro.

Dopo la convalida i due, G.M (difeso dall’avvocato Gianluca Gulino) e G.D.A., attraverso i loro legali si sono rivolti al Tribunale del Riesame. Scarcerato G.M. per il quale il Riesame ha sposato la tesi difensiva dell’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. L’uomo era stato arrestato nei pressi del casolare assieme a G.D.A. ma non sarebbe emersa prova del suo effettivo coinvolgimento nella coltivazione della cannabis. Confermata invece dal Riesame la misura della custodia cautelare per G.D.A indagato nel casolare e nella abitazione del quale era coltivata e detenuta la droga. L’avvocato Mangione ha presentato ricorso in Cassazione ed è in attesa della fissazione di udienza.

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