È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
DOPO 10 ANNI SON TORNATO AL VECCHIO LAVORO
02 Mar 2012 12:45
Gentili Colleghi,
Vi trasmetto, in allegato, copia dell’interrogazione presentata oggi all’Assemblea Regionale Siciliana dagli onorevoli Innocenzo Leontini (PdL) e Roberto Ammatuna (PD) riguardante la vicenda di un addetto stampa che, dopo oltre dieci anni nella funzione, è stato “giubilato” dall’attuale direzione generale dell’Asp di Ragusa e rimandato al reparto d’origine.
Tralasciando i palesi vizi di legalità insiti in questa brutta storia che mi riguarda e che i miei legali illustreranno al magistrato del Lavoro, vorrei porre la Vostra attenzione su alcuni aspetti della vicenda dalla quale la categoria dei giornalisti potrà trarne salutari spunti di riflessione.
Il primo riguarda la Legge 150 del 2000 che nacque per portare una ventata di civiltà nei rapporti fra cittadini e pubblica amministrazione. Non è bello dovere constatare che, a oltre dieci anni dalla sua promulgazione, essa sia largamente disattesa in questa regione. Nelle aziende sanitarie gli addetti stampa diventano, così, degli “allegri fantasmi” della cui esistenza tutti sanno e tutti fingono di non sapere. E poiché l’addetto stampa “non esiste”, questi continua a svolgere il proprio lavoro subendo una pressione psicologica spiccatamente ricattatoria.
E’ vero che negli anni si sono poste in essere alcune iniziative sindacali, ma quale efficacia dare all’azione di chi dovrebbe difendere questa categoria se si limita a chiedere la modifica delle piante organiche e poi, quando questo non accade, torna a chiudersi nel silenzio?
Infine mi chiedo e chiedo: che razza di categoria è quella che viene definita – forse in tono ironico – “Quarto Potere” se non riesce a sistemare in maniera conforme alla legge non dico tutti gli uffici stampa della P.A. siciliana, ma almeno quelli di 16 aziende sanitarie e a modificare 16 piante organiche per non più di una ventina di giornalisti, in una regione afflitta da una scandalosa pletora di dipendenti?
L’altro aspetto riguarda gli incarichi affidati a giornalisti esterni alle aziende sanitarie, scelti in maniera discrezionale, senza obbligo di orario di servizio, senza obbligo di esclusività professionale, inseriti in redazioni di giornali “di peso”. L’invito a servirsi di tali figure, senza considerare le professionalità esistenti all’interno delle aziende – così come previsto dalla legge – non può avere altro scopo se non quello di “ammansire” le redazioni di importanti quotidiani o di avere un impatto mediatico positivo riguardante la sanità siciliana, detto in termini più forbiti. Da un lato, quindi, non si trovano i soldi per sistemare in maniera dignitosa chi svolge questo lavoro da anni, mentre, poi, si trovano ventimila euro l’anno per ogni collaborazione esterna, saltuaria e non esclusiva!
Per questi motivi rivolgo un appello a chi (Ordine dei Giornalisti, Associazione della Stampa, Gruppo Uffici Stampa) si è assunto l’onere di difendere anche questi loro colleghi “fantasmi”, a porre in essere ogni iniziativa tendente a risolvere questa patologia di legalità che affligge la nostra regione e che dopo undici anni dalla Legge 150 ha assunto i connotati di un insopportabile scandalo.
P.O.
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