Donazione degli organi, solo un ragusano su due dice sì

In provincia di Ragusa i consensi alla donazione degli organi sono 14.068, il 55.4% del totale delle dichiarazioni. Di contro, le opposizioni alla donazione degli organi sono 11.312, il 44.6% del totale delle dichiarazioni. Sono i dati raccolti dal sistema informativo trapianti nel 2020, l’anno della pandemia.
Forse non è un caso, ma proprio nel periodo gennaio-novembre dell’anno bisestile appena trascorso e funestato dalla diffusione globale del Sars-Covid 2 che, ad oggi, ha risparmiato soltanto le remote Isole Cook, i numeri dicono che in Italia c’è stato un calo del numero dei trapianti del 7,8% rispetto agli stessi mesi del 2019. Tradotto in cifre: da 3.449 a 3.178.
In totale, sono stati eseguiti 1648 trapianti di reni, 1202 di fegato, 243 di cuore, 114 di polmone, 36 di rene e pancreas insieme e 5 di pancreas. Il trapianto è considerato un intervento di emergenza, quindi l’attività non si è mai fermata anche nei mesi di marzo e aprile, durante la prima ondata dell’epidemia. Certo, considerate le condizioni in cui si
sono trovati gli ospedali, è un calo contenuto.
I donatori, cioè le persone morte a cui è stato espiantato almeno un organo, sono scesi del 7,5%, da 1.379 a 1.275. Dal 2014 il numero di donatori ha quasi sempre superato la soglia di 1300, con un picco nel 2017 con 1437 donatori.

Tuttavia il dato ritenuto più preoccupante è quello relativo alle opposizioni alla donazione degli organi. Negli ultimi dodici mesi le opposizioni dopo l’accertamento di morte in rianimazione sono arrivate al 29,6%, ma da aprile in poi la percentuale è leggermente calata per effetto della crescita di fiducia nei confronti di medici e infermieri durante l’emergenza coronavirus.

L’opposizione alla donazione può avvenire in due modi. Il primo caso riguarda le persone che muoiono in ospedale, quando i medici parlano con i familiari e li informano della possibilità di consentire la donazione degli organi; oppure si può dichiarare la propria volontà di donare o di opporsi alla donazione degli organi anche in vita, nel momento del rinnovo della carta d’identità o attraverso una comunicazione all’Asp di riferimento nel momento del rinnovo della tessera sanitaria. Quest’ultima, poi, è fondamentale: la volontà che si esprime in vita non può essere modificata da nessuno, nemmeno dai familiari.

Le nuove dichiarazioni sono calate di circa 500mila unità, ma è bene ricordare che per alcuni mesi gli uffici preposti a ricevere queste domande sono stati chiusi, sempre per l’emergenza Covid. Sono sensibilmente diminuite anche le iscrizioni all’Aido,
l’associazione italiana donatori di organi.

Nel ragusano, però, c’è ancora tanto da fare per sensibilizzare le persone a dare il proprio assenso a donare gli organi, se si pensa che la provincia con la più alta percentuale di consenso è Prato con l’86,6%. Anche in Sicilia, poi, c’è chi fa meglio di noi: in provincia di Trapani il consenso alla donazione degli organi supera il 65%, nella vicina Siracusa il dato sfiora il 63%. Insomma, i ragusani sotto questo aspetto non manifestano tutta quella generosità che in altri settori hanno sempre dimostrato, come nel caso della donazione di sangue, per esempio.
La provincia di Caltanissetta è quella con la più alta percentuale di opposizione alla donazione degli organi in Italia: 53,4%.

“Più le persone sono informate sulla donazione, maggiore è il tasso di consenso – ha spiegato il direttore del centro nazionale trapianti Massimo Cardillo a ilpost.it – L’opposizione è dovuta quasi sempre a scarsa informazione, diffidenza, paure
ingiustificate. Noi siamo molto preoccupati di questi ultimi dati, perché un “no” espresso in vita deve essere rispettato e vengono annullati anche gli sforzi comunicativi dei medici nei confronti dei famigliari dopo la morte in terapia intensiva. L’aumento delle opposizioni alla donazione potrebbe essere insostenibile a lungo termine”.

di Antonio Casa

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