Questo venerdì la prima del libro di Andrea Caschetto a Ragusa. Non posso mancare (lo presento)

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola

Ogni vita merita un romanzo (ferunt). E ogni romanzo merita una sovrana presentazione. Vi sarete accorti dell’uso efferato che faccio del concetto inerente il “merito”. A buon intenditore poche parole: io il mood e il trend li cavalco in scioltezza e fluido galoppo. Sono sfacciatamente conformisto (anche nel più proprio declinare).
Dicevamo. Se la giovane biografia è anche così non ordinaria, essa merita un testo che sia veramente all’altezza. Umberto Eco scriveva su Facebook che un uomo che ha letto un solo libro avrà vissuto una vita sola. Al contrario, un uomo che ha letto molti libri, avrà vissuto infine molte vite. E una donna? Sulle donne che leggono, Eco non si è pronunciato. Tuttavia, presumo che per il genere femminile e, beninteso, qualsiasi altro genere in natura (sono politicamente corretto sino alle estreme conseguenze), valesse l’identico principio moltiplicatore. E un principio così generatore e potente vale anche e soprattutto per libri come quello di Andrea.

Presenteremo insieme all’autore del libro, fresco di stampa, il 28 ottobre, a Ragusa, presso il Teatro “Marcello Perracchio”. Un luogo per me già evocativo. Non si poteva chiedere di meglio alle alchimie delle cose. Mi piace pensare che anche il Maestro Perracchio sarà della cosa. Tra di noi. E qualche sorriso di nostalgia.
Quando mi hanno interpellato, non ho avuto esitazioni nell’accettare. È l’occasione per dialogare tra le righe di una giovane bio già così autentica e verticale. Andrea è un ragazzo ragusano molto conosciuto e amato, poco più che trentenne, che da Sampieri, casa adorata, ha toccato quasi tutte le nazioni del mondo, viaggiando in più di cento Paesi. Come ho già avuto modo di dire, il suo è un testo extraordinario, nel quale la storia di un ragazzo senza memoria, soprannominato “Memoria Zero”, si intreccia al racconto autobiografico di luci ed ombre e il riscatto dell’autore. Un riscatto ridisegnato nei sorrisi dei tanti bambini che egli ha aiutato negli orfanotrofi di tutto il mondo. Andrea è soprannominato “Mister Smile” o “l’Ambasciatore del Sorriso”. Cresciuto senza un padre, a soli quindici anni è stato operato per un tumore al cervello, di cui mostra con orgoglio la cicatrice. L’operazione ha avuto un buon esito, ma ha danneggiato la sua memoria a breve termine. Le sue bellissime parole a riguardo: “La cicatrice la vedevo come un verme, un mostro, un nemico. Oggi la vedo come una migliore amica. Nel passato avevo solo rabbia verso le ingiustizie, oggi ho solo gioia per tutto ciò che mi accade nella vita che sto vivendo… I professori non credevano che ero diventato memoria zero e che il mio non ricordarmi le cose a scuola che studiavo il giorno prima non era una scusa ma era il mio nuovo modo di vivere. Ero aggrappato fra i pochi ricordi rimasti che avevo prima del tumore. Ero un nonno nel corpo di un bambino. Oggi molte persone pensano dal nulla che la vita faccia schifo. … Non è così. Fidatevi. I professori non hanno avuto tatto verso un giovane malato, nessuno di loro, ma oggi ho perdonato tutti e non ho rancore verso nessuno. Mi ci sono voluti poi 4 anni per riprendermi da quella scelta dei professori di bocciare un ragazzo al quale era stato asportato un tumore. Mi ci è voluto il primo viaggio in Africa per avere i primi ricordi indelebili nella mia memoria marcia, per vedere che le emozioni, i volti dei bambini eternamente felici, sono indimenticabili. Ho iniziato a studiare e a vivere attraverso le emozioni. Io ho scritto questo libro con tutte le storie più assurde della mia vita nei posti più inimmaginabili per avere la speranza che qualsiasi persona che lo legga, non abbia bisogno di 4 anni come me per trovare la forza estrema di vivere. Io spero che questo libro possa essere il manuale della voglia di vivere. Ho il cuore che mi batte forte, oggi dopo anni presenterò il libro davanti a centinaia di persone e non online. Così come piace a me, potrò fare una carica infinita di energia positiva.”

Non aggiungo altro. Solo una piccolezza. Verrebbe voglia di fondare subito un movimento civico insieme ad Andrea (e a tante ragazze di questo millennio) per disegnare mille sorrisi nell’altipiano ibleo e dare voce finalmente nel 2023 a tutti i bambini di tutti i colori che ballano in silenzio nel palcoscenico malinconico della mia città, Ragusa, quella città che li ha resi quasi invisibili per cent’anni di solitudine.

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