DOBBIAMO RIPORTARE LEGALITA’ NELLA FILIERA DEGLI ORTOFRUTTICOLI

I guardiani della speculazione non riusciranno a fermare questa battaglia. E’ la battaglia non solo dei produttori, ma è anche quella dei consumatori. Non è soltanto economica ma è di civiltà, di democrazia, di pulizia, di correttezza, di tutela della salute, di controlli, di tracciabilità, di rispetto delle leggi e dei commercianti onesti, degli operatori onesti, dei commissionari che vogliono correttamente lavorare. E’ la battaglia per modernizzare, nel rispetto della legalità, il sistema produttivo del Mezzogiorno, a cominciare dai Mercati italiani, tutti. E’ la battaglia per impedire alla GDO di distruggere il Sud, di allearsi con i poteri della speculazione e della mafia, abbarbicati nei territori, di imporre le sue regole dittatoriali, con i pagamenti a 120 giorni e i premi d’acquisto tangentizi. Da lì vengono i soldi per corrompere l’informazione.

La vicenda ci porta al cuore della battaglia per la rinascita del Sud, del suo diritto a vivere dignitosamente valorizzando quello che la natura ha concesso come bene a queste plaghe del Paese: il sole, la terra, le condizioni climatiche e ambientali, la tenacia dei contadini e l’intelligenza innovativa degli imprenditori agricoli. L’importazione e il taroccamento di prodotti agricoli a Vittoria  da altri Paesi, serve solo alla speculazione  e a piegare i prezzi delle nostre produzioni.

Nel momento i cui i prezzi si mantengono per effetto della interruzione dei flussi di merce in concorrenza illegale, si tenta con ogni mezzo di ostacolare la nascita di una nuova visione della situazione, farla abortire alla nascita, trasformare il problema della filiera agroalimentare in qualche cosa di inesistente e astratto: e il compito è affidato ai campieri dell’informazione asservita, tanto diffusa ormai, che dovrebbe invece essere conoscenza, informazione, servizio pubblico.

Hanno tentato di oscurare il valore della denuncia del Procuratore Grasso e  hanno voluto trascinarla improvvidamente, per macinarla, dentro una polemica fasulla, fondata sulla provocazione avanzata da un accorto giornalista della Rai:  quella di boicottare il ciliegino. E poi? Poi boicotterai le mele, le pere, i Kiwi, l’uva, le arance?

In queste ore al Mercato di Vittoria sono, ahimè, comparsi i manifesti di nuovi Consorzi per la vendita-gestione di imballaggi e pedane. Il Comune annuisce. Gli amministratori si sbracano indecorosamente. I pannelli delle mercuriali rimangono spenti e Sassi continua a passeggiare al Mercato lautamente pagato con migliaia di euro. Per fare che cosa?

Quando parliamo di cassette e di pedane, il Mercato è  anche questo. Ricordo una precedente esperienza. Ci furono agguati e morti ammazzati. Cosa sta accadendo al Mercato? Chi ha dato spago a questa iniziativa, non nuova per la verità. Chi ha convocato una riunione della Commissione del Mercato per discutere l’ingresso di questi Consorzi “Casse e pedane”? A questo siamo arrivati?

L’impegno della Magistratura e degli Organi dello Stato  è evidente, smuove la realtà. Da Ragusa, col Procuratore Dott. Petralia, al Comandante  della Guardia di Finanza Colonnello Fallica, alla Procura Antimafia, al Procuratore Dott. Grasso.

Non ci possono essere alibi, per nessuno. Io chiedo dunque di essere ascoltato dalla Procura della Repubblica di Ragusa e dalla Procura Nazionale Antimafia sulla questione dei Mercati e della Commercializzazione. L’illegalità della Doppia Attività, protetta e tollerata da Sassi e dall’amministrazione comunale, deve essere stroncata. Solo rispettando le regole e la legalità, l’economia di Vittoria potrà ritornare a funzionare!

Produttori, cittadini, siamo in un momento positivo per la nostra battaglia per la trasparenza dei prezzi e il rispetto del lavoro. La politica deve intervenire!

C’è voluto tanto tempo. Ma ora dobbiamo puntare  diritti al risultato, accettare la sfida: legalità, trasparenza.

Fuori le mafie dal processo commerciale dell’Ortofrutta!

 

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