DIPENDENTI INFEDELI, ASSENTEISTI CRONICI E FANNULLONI …

Non so se la motivazione principale era “mostrare i muscoli” oppure se si sia trattato di un atto di stizza nei confronti del governo Monti che non molla il tavolo con i sindacati, se si può inquadrare in uno sfogo veteropadronale o nella campagna elettorale interna a Confindustria, una cosa è sicura, la dichiarazione della Marcegaglia è stata di quelle che non lasciano indifferenti.

“Vorremmo un sindacato che lotta anche fortemente con noi per tutelare il lavoro, ma che non protegge assenteisti cronici,  ladri e chi non fa bene il proprio lavoro”.

Ovviamente il contesto è rappresentato dal dibattito sull’art. 18 che per la Marcegaglia diventa a volte “un alibi dietro il quale si possono nascondere dipendenti infedeli, assenteisti cronici e fannulloni”.

A prescindere dalla reazione dei sindacati, che ovviamente non potevano accettare un’impostazione di questo tipo del problema, l’episodio si presta a una serie di riflessioni che vorrei proporvi cominciando intanto dalla modifica del contesto: dopo la stagione dell’unitarietà che ha contraddistinto fa fine del governo Berlusconi e che ha visto tutte le associazioni di categoria e tutti i sindacati rivendicare unitariamente congrue politiche economiche di cui non si vedeva neanche l’ombra, si torna alla logica della contrapposizione.

Se poi si va ad analizzare l’argomento in se è ovvio che le motivazioni tendono più ad assecondare luoghi comuni al fine di blandire l’opinione pubblica che porre veri problemi: l’art. 18 obbliga le aziende al reintegro (cioè a riassumere il lavoratore) in caso di  “licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo”;  cosa c’entri questo con i ladri e i fannulloni non è dato sapere.

Il licenziamento di “dipendenti infedeli, assenteisti cronici e fannulloni”  non è ingiustificato …. quindi? E’ vero che c’è un problema di prova giudiziaria, ma così come ha impostato il discorso la Marcegaglia si butterebbe il bambino insieme all’acqua sporca; mettendo il lavoratore in balia del capriccio dell’imprenditore.

Lo stile poi è quello della generalizzazione: i sindacati (che ovviamente si sono “mangiati l’Italia”) difendono i lavoratori peggiori …..  

E’ banale controbattere che si potrebbe generalizzare dicendo una bugia opposta: i datori di lavoro sono tutti sfruttatori e cinici, fanno firmare ai neoassunti le dimissioni in bianco etc.

Vero è che sarebbe giunto il momento di pensare a una nuova etica del lavoro!

I sindacati e le associazioni datoriali,ognuno a casa loro, dovrebbero cominciare a fare un po di pulizia, in fondo si può, anche se per un problema specifico e molto più “pesante” il presidente di Confindustria Sicilia ha cominciato a farlo con risultati dirompenti, e all’inizio sembrava impossibile ….

Da una parte le associazioni di categoria dovrebbero cominciare a far percepire i benefici complessivi di comportamenti corretti nei rapporti di lavoro, dovrebbero isolare coloro che danno ai dipendenti un salario più basso di quello in busta paga, dovrebbero scoraggiare il malcostume delle dimissioni in bianco per i neoassunti, stigmatizzare gli atteggiamenti discriminatori e così via.

Dal canto loro i sindacati dovrebbero scoraggiare gli atteggiamenti scorretti di alcuni lavoratori, le malattie “strategiche”, le 104 “fantasiose”, le tutele sindacali date per copertura di scarsa voglia di lavorare invece che per “servizio” ai colleghi, e soprattutto nel pubblico impiego trovare insieme alle controparti meccanismi che premino il merito e non l’appartenenza (politica o sindacale che sia) etc.

Solo così, ricominciando a trattare di diritti collettivi e abbandonando al loro destino le misere “furberie” individuali, gli organismi di rappresentanza sia datoriale che sindacale potranno riacquistare il prestigio che oramai hanno perso nella considerazione generale.

Insomma se vogliamo un paese “normale” la normalità la dobbiamo creare ognuno a casa nostra e non accusare gli altri di non esserlo per legittimare noi a fare altrettanto!

La storia ci sta dimostrando che questo Paese in 3 mesi sta cercando di archiviare 20 anni e forse più di politica malata, se ciascuno rinuncia non ai propri diritti (che sono e rimangono sacrosanti), ma all’abuso di essi ce la possiamo fare, forse ci sentiremo meno “furbi” ma staremo tutti meglio.

 


 

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