DIPASQUALE SU MANIFESTAZIONE ARCIGAY

Quando, nel corso di un’intervista a tre e rispondendo ad una domanda assolutamente generica sulle unioni omosessuali, ho dichiarato che la famiglia è quella composta da un uomo, una donna ed i loro figli, ho inteso esprimere un concetto che, prima ancora che mio personale convincimento, è il frutto del doveroso rispetto nei confronti della legge italiana.

La famiglia è infatti un’istituzione prevista dalla legge e non può avere una forma diversa da quella che il Legislatore impone, tanto con le norme della Costituzione quanto con quelle della legge ordinaria.
Potrà dirsi che queste norme mostrano gli anni che hanno, ma resta il fatto che la famiglia non può essere che quella prevista dalla legge.
La Costituzione pretende che essa si fondi sul matrimonio, che per legge ha la valenza di un preciso, reciproco e gravoso impegno tra un uomo ed una donna.
Ciò non toglie che le unioni tra due persone, le quali non vogliano o non possano sposarsi, non debbano ricevere tutela. Anche tali unioni avvengono tra cittadini che sono e devono restare portatori di diritti. E, in particolare, l’unione tra due persone dello stesso sesso, che non può per questo essere formalizzata in un matrimonio, va attentamente vagliata per evitare una odiosa discriminazione, peraltro assolutamente vietata dalla stessa Costituzione e dal senso etico di tutti noi. Anche dal mio!
Il Legislatore dovrà trovare il modo più corretto e più garantista perché anche questi uomini e queste donne possano godere dei diritti e delle facoltà che ogni stato civile deve garantir loro.
Ho pure detto che io rispetto sempre qualsiasi scelta che, per quanto diversa dalle mie, ognuno ha pieno diritto di fare nell’ambito della propria sessualità. E che rispetto sempre, anche non condividendola, ogni opinione diversa dalla mia. Ciascuno deve godere del diritto di esprimere liberamente le proprie idee e del diritto ad essere rispettato.
Anche per questo non c’è ragione per cui il mio convincimento che l’istituzione “famiglia” debba esser lasciata così com’è non possa essere quantomeno rispettato, quand’anche non condiviso.

 

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