DIMENTICHIAMO TUTTO …CON UN AMEN

Carissimi,

il “grande burattinaio” non si interessa solo della cose del mercato sociale, ma anche del “mercato religioso”. Poiché lavora indefessamente al processo di trasformazione delle persone in individui (così riesce meglio a controllarli… specie quando le coccola col narcisismo) entra anche nello spazio del religioso e tutti “eterodirige” contro quanto è, nell’esperienza della fede, comunitario, spingendo all’isolamento (che poi uno stia da solo in questo isolamento o con il suo gruppetto, è lo stesso). Da qui, vengono fuori “individualità eccentriche”, “visionari mistici”, “santoni di ogni specie”. Nell’età dei consumi, ce n’è “per tutti i gusti”, e gli alumbrados dei tempi di San Giovanni della Croce riemergono dalle loro ceneri, come l’araba fenice. Hanno per altro buon gioco nel crearsi la propria nicchia di adoratori, perché- soprattutto grazie al gioco sporco del “grande burattinaio”, di cui sono gli “adepti preferiti”, nella chiesa cattolica anche il “segno sacramentale” (cioè la liturgia della chiesa, in primis l’eucarestia e… l’istituzione che ne proviene) viene progressivamente svuotata della sua verità (=la presenza di Gesù vivo nel-seno-della-comunità, “capo e corpo”) e, diventando un “fatto privato”, si incendia (al limite) nell’emozione e nel sentimento degli individui, ma non realizza più “l’effetto sacramentale e comunitario” (=la trasformazione dei cuori e il loro coinvolgimento nell’opera dell’amore di Gesù). Come assisteremo anche nel tempo pasquale imminente, il popolo cattolico (specie …i giovani) si affaccenderà più per “le sacre rappresentazioni” che non per il “mistero del Crocifisso morto e risorto”. “E allora …avanti popolo che spera in un miracolo …elaboriamo il lutto con un Amen… dimentichiamo tutto con un Amen”. Con questo testo Francesco Gabbani ha vinto il Festival di San Remo-giovani quest’anno. La sua critica è molto più seria di quella di Karl Marx sulla religione come “oppio dei popoli” o “sospiro della creatura oppressa” o “anima di un mondo senza cuore”. Dice, parlando di noi: “astemi in coma etilico per l’infelicità la messa ormai è finita figli andate in pace, cala il vento, nessun dissenso, di nuovo tutto tace”…Non si capisce, infatti, più nulla: “Gesù si è fatto agnostico, i killer si convertono, qualcuno è già in odor di santità”. La musicalità del testo lo rende ancor più amabile. E’ importante lasciarsi ferire da queste critiche, come da ogni altra “pietra di lapidazione” che provenga da chicchessia, perché il dolore e la sofferenza producano possibilmente la nostra conversione. Si legge dal Diario di suor Faustina: “io le guarirò (le ferite del tuo cuore), e la tua sofferenza diverrà la fonte della tua santificazione”… Così, suo malgrado, il “grande burattinaio” – attraverso i suoi adepti preferiti, i lapidatori che si sentono “giusti”, farisei incalliti di tutti i tempi – lavora per noi.

Un grande abbraccio

+ don Tonino

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Vorrei aggiungere all’articolo da parte mia e anche vostra per la preziosa amicizia che mi lega al carissimo Vescovo Antonio gli Auguri per i il 7° Anniversario di Ordinazione Episcopale (19 marzo)… con tanta gratitudine per le bellissime riflessioni  che ci offre ogni giorno e per il servizio che svolge alla Chiesa… Un giorno speciale e significativo per uno straordinario vescovo tra la gente…
Don Giorgio Occhipinti

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