Dietro il lusso il lavoro nero: ecco cosa hanno scoperto gli ispettori nei resort del ragusano

Due giorni di controlli serrati, due strutture turistiche ispezionate, decine di irregolarità scoperte: il blitz degli Ispettori del Lavoro del Contingente INL Sicilia ha messo a nudo le ombre che ancora infestano il settore turistico-alberghiero della provincia di Ragusa. Tra lavoratori in nero, sicurezza assente, DUVRI mai redatti e formazione sanitaria dimenticata, i risultati delle ispezioni del 24 e 26 giugno parlano chiaro: la legalità resta un miraggio per molte imprese.

Il 24 giugno: resort di lusso, ma sicurezza da dimenticare

In una delle località più note della costa tirrenica siciliana, un resort frequentato da turisti italiani e stranieri è finito al centro dei controlli. Qui operavano imprese in outsourcing nei settori della pulizia e dell’intrattenimento. Ma dietro la facciata di efficienza, le falle erano enormi. Nessun DUVRI (Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti), obbligatorio in caso di appalti multipli. Lavoratori senza formazione sulla sicurezza, assenza di visite mediche preventive per il personale. Il risultato? Oltre 8.000 euro di ammende alle aziende coinvolte.

Il 26 giugno: bagnino in nero e rischio incendio

Il giorno dopo, in una grande struttura turistica del Ragusano, gli ispettori hanno scoperto un bagnino privo di contratto. La percentuale di lavoro nero era sotto il 10%, quindi la struttura ha evitato la sospensione. Ma le irregolarità erano comunque gravi: estintori mai controllatinessun coordinamento tra le ditte in appaltoassenza del DUVRI anche in questo caso. Le sanzioni? Oltre 6.500 euro per violazioni sulla sicurezza, più 1.950 euro per il lavoro nero.

Sospesa l’attività di un’impresa di pulizia

Ma all’interno dello stesso complesso turistico, una ditta di pulizie e disinfestazione è stata fermata: due dipendenti su dieci erano in nero, superando il limite che fa scattare automaticamente la sospensione.

Anche qui lavoratori senza formazione, niente sorveglianza sanitaria e ammende e sanzioni hanno superato 9.000 euro, tra cui 2.500 euro aggiuntivi richiesti per la revoca della sospensione, subordinata alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro.

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