DECRETO SBLOCCA ITALIA

 

Chiedere al presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi di rivedere le norme del decreto “Sblocca Italia”, e in particolare l’articolo 38, che hanno un impatto diretto sui territori e sul mare di Sicilia, essendo sottratte alle Regioni  ed assegnate allo Stato tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per le attività di ricerca, prospezione ed estrazione di idrocarburi, in contrasto con quanto stabilito nel Titolo  V della Costituzione, con conseguente accentramento dei poteri a discapito del diritto dei cittadini di far sentire la propria voce. Chiedere alla deputazione nazionale eletta in Sicilia un intervento per modificare, in sede di conversione in legge, tali norme. Chiedere al Commissario dello Stato Carmelo Aronica  di valutarne l’incompatibilità con le prerogative dello Statuto siciliano. Chiedere al governatore della Regione siciliana Rosario Crocetta un intervento presso il governo nazionale per abrogare l’art. 38 (che prevede una concessione unica per ricerca e coltivazione in contrasto con la distinzione tra le autorizzazioni per prospezione , ricerca e coltivazione di idrocarburi) e, in caso di conversione in legge del decreto, l’impugnazione dell’articolo di fronte alla Corte Costituzionale. Sono questi i punti salienti deliberati il 21 ottobre scorso dalla  giunta  municipale che saranno presto sottoposti all’esame del Consiglio Comunale. Con un apposito atto deliberativo l’amministrazione comunale ha inteso così sancire la propria contrarietà a decisioni calate dall’alto, che si rivelano rischiose per la tutela della salute pubblica e del territorio, emarginando gli enti locali e inibendo la partecipazione dei cittadini.

“E’ fondamentale tutelare la salute dei cittadini, del territorio, l’ecosistema locale e le risorse naturali e paesaggistiche – sottolinea il sindaco Federico Piccitto – garantendo  un futuro alle economie locali e opponendoci ad ogni atto che comporti  rischi e pericoli per la comunità. Ad aumentare la preoccupazione sono le numerose richieste di prospezione petrolifera che interessano il mare di Sicilia, che potrebbero mettere in serio rischio il mare e la costa siciliana, snaturando un’economia da sempre basata sulla ricchezza del patrimonio paesaggistico, artistico ed architettonico e sul turismo”.       

 

 

 

 

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