DALLA RIDUZIONE DEGLI SPRECHI SI PUO’ CREARE SVILUPPO

Uno dei possibili interventi per uscire dalla crisi, ovviamente non l’unico,  è quello di utilizzare la risorse naturale più abbondante che abbiamo : il sole.

Con l’art 65 del decreto Monti sulle liberalizzazioni non si potranno più fare impianti fotovoltaici a terra, per cui gli investitori si rivolgeranno, come in parte stanno facendo, agli impianti sui tetti che godranno ancora per un anno di incentivi interessanti che uniti a costi dei pannelli in discesa ( meno di 2000 €/Kw per impianti da 20 kW , ancora meno per impianti più grandi ) assicurano per 20 anni rendimenti dell’8-10%.

Una idea praticabile è quella di costruire impianti fotovoltaici sui tetti di capannoni industriali, artigianali ed agricoli o in mancanza di soldi di affittarlo avendo in cambio energia gratis oppure un impianto fotovoltaico in regalo. Le imprese ne avrebbero solo vantaggi con riduzione dei costi oppure con aumento dei ricavi, il tutto senza anticipare nulla. In più questa soluzione risolverebbe il problema dello smaltimento dei tetti in eternit in quanto è previsto un contributo aggiuntivo nel conto energia quando si sostituiscono con fotovoltaico tetti in cemento amianto. Per una maggior efficacia dell’intervento si potrebbero raccogliere le disponibilità ad affittare i tetti da parte delle imprese delle 2 zone industriali e insieme offrire sul mercato decine di migliaia di mq. I capitali verrebbero da fuori come è stato per gli impianti fotovoltaici a terra, ma il lavoro resterebbe qui.

Questa opportunità è aperta anche alle famiglie che non sanno come proteggere i risparmi. Con un investimento di 9.000, anche meno se si attivano i gruppi di Acquisto Solari, si doterebbero di un impianto di 3kW che si ammortizzerebbe in 5 anni, e che nei 20 anni durante i quali si beneficierà del contributo pubblico incasserebbero circa 44.000 €.

Terza opportunità per far affluire investimenti e quindi lavoro,  è rappresentato dal risparmio energetico. Un esempio è quello della provincia di Alessandria che risanerà dal punto di vista energetico tutti gli edifici pubblici , scuole comprese, senza investire nulla ed ottenendo un risparmio dei consumi pari al 20%. L’investimento di 21 milioni di euro è effettuato da una impresa che si ripagherà con i risparmi ottenuti. Questa opportunità è favorita dal decreto liberalizzazioni che prevede investimenti sull’edilizia scolastica tra l’altro indirizzati al miglioramento dell’efficienza energetica utilizzando per raggiungere gli obiettivi le ESCO. Ecco un modo per far lavorare le imprese del settore impianti.

Questi sono solo alcuni esempi, i primi e a costo zero,  per portare investimenti e lavoro in provincia, migliorare l’ambiente e distribuire reddito alle famiglie.

Perché non provarci? Dalla riduzione degli sprechi si può creare ricchezza.

 

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