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DAL CIVILE DI RAGUSA AL GUZZARDI DI VITTORIA: LA STRADA SI ALLUNGA !
31 Mag 2011 06:32
“Per chi è affetto da Sclerosi Multipla oggi in provincia di Ragusa è di fondamentale importanza sapere di poter essere seguiti con costanza a due passi da casa”. A parlare è un uomo di mezza età che con la malattia convive da anni. “A Ragusa infatti il reparto di infettivologia guidato dal primario Nunzio Storaci lavora con dedizione e impegno ogni giorno anche per tirarti su moralmente. Chi ti ha curato da anni riesce a darti buon umore anche con un sorriso”. Da qualche giorno però si ventila l’ipotesi di chiudere il reparto per ragioni burocratiche che la ragione dei pazienti non riesce a cogliere: “non si può capire come sia possibile creare un disagio così importante nei riguardi di cittadini che hanno già enormi problemi con questo mostro di malattia. Il centro è ubicato in maniera geograficamente centrale, facilmente raggiungibile da tutti i luoghi della Provincia. Ci appelliamo al buon senso di chi ci governa. Ogni cittadino dovrebbe sapere che esiste in provincia un centro per la cura e il controllo della Sclerosi Multipla. Perché questo mostro colpisce a caso, non guarda in faccia nessuno, e sapere di poter essere seguiti dietro casa non è cosa da poco. A Milano, al San Raffaele, ci è stata diagnosticata la stessa malattia che era stata individuata a Ragusa e consigliata la stessa cura che era stata individuata a Ragusa. non tutti hanno la fortuna di prendere un aereo e partire dall’oggi al domani, non tutti hanno la possibilità di mettersi in auto e farsi mezza provincia per farsi curare”.
Il grido accorato è quello che si può cogliere se si ha la forza di fare un giro nel reparto di malattie infettive del Civile di Ragusa. Lì si coglie lo sgomento di coloro ai quali è stato annunziato che molto probabilmente in un futuro prossimo dovranno fare la terapia a Vittoria con gravissimo disagio per loro per i familiari che saranno costretti ad accompagnarli . La ragione per la quale si paventa l’ipotesi della chiusura del reparto che ha in cura i malati di SM è che la malattia deve essere seguita da un reparto di Neurologia. Ma allora ci si chiede dal 1996, da quando la malattia venne seguita da un reparto di malattie infettive cosa si è curata aria fritta? “Come tutte le patologie croniche, con il paziente si instaura un rapporto personale –afferma la dottoressa Anna Iacono in forze al reparto di malattie infettive che dal 1996 si occupa della Sclerosi Multipla – perdere il contatto col medico che ti ha seguito fino ad oggi significa disorientare il paziente. “ Il mio maggior rammarico – aggiunge il dottor Giancalrlo Gambuzza – è quello di aver lavorato con grande impegno ma anche con grande difficoltà per raggiungere i risultati di cui oggi andiamo fieri e che vediamo vanificare. Ci abbiamo messo l’anima a cominciare dal Primario Storaci”. “L’equipe diretta dal Dott. Storaci – afferma il Manager dell’Asp 7 Ettore Gilotta – di cui fa parte anche il neurologo, lo psicologo, e l’assistente sociale ha dimostrato in tanti anni una spiccata sensibilità nell’affrontare la cura dei pazienti colpiti da una malattia invalidante instaurando un rapporto di fiducia fondamentale che permette loro di affrontare degli esami a cui si devono sottoporre con serenità e fiducia. I pazienti SM in trattamento presso il Centro di Ragusa sono più di settanta , numero che rappresenta la più grossa percentuale del territorio provinciale. Aver pensato ad una neurologia a livello provinciale dalla quale dipenda la cura della malattia non può significare motivo di disagio per i numerosi pazienti che seguiamo da anni in questo reparto. Pertanto auspichiamo la permanenza di una dispensazione di farmaci a Ragusa in linea con una organizzazione governata a livello provinciale ma attuata a livello locale ”. Abbiamo incontrato il Primario di malattie infettive Nunzio Storaci al quale abbiamo chiesto cosa prova di fronte all’evenienza di perdere i suoi pazienti ?
”Combatto questa malattia da 15 anni e lo faccio con dedizione e con passione. Fino ad oggi abbiamo lavorato con soddisfazione, motivare al paziente che vive a Ragusa o nell’immediato circondario la chiusura del reparto con la ragione che la malattia deve essere seguita da un reparto di neurologia non può bastare né al paziente né a noi che abbiamo combattuto tanto”. Rimane una considerazione da fare: il paziente che sa di essere stato seguito con competenza da un equipe che include, tra gli altri, anche un neurologo non sa capire ragioni che attengono alla burocrazia. All’ uomo, alla donna, al ragusano, al modicano, all’ispicese, a chi abita a Pozzallo, a Scicli, a chi vive nei paesini dell’entroterra, ai 70 e più pazienti e alle loro famiglie che hanno a che fare con una malattia invalidante, devi dare motivazioni concrete, indiscutibili, che hanno a che fare con le capacità del primario, che spieghino l’inadeguatezza della struttura, che parlino di incompetenza. A chi si confronta con questa malattia non si può motivare la chiusura di un reparto che funziona con ragioni burocratiche!
( testimonianza raccolta)
“Vorrei trovare le parole giuste per poter ringraziare tutti e 27 gli operatori che abbiamo incontrato, cominciando dal Primario Nunzio Storaci e poi ad uno ad uno tutti coloro che al Centro di Riferimento Provinciale Sclerosi Multipla dell’ Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa ci hanno supportato e incoraggiato giorno dopo giorno. Dare un nome e un cognome a questa storia è poco importante perché noi ci siamo rivolti al dottore Storaci da perfetti sconosciuti e siamo stati accolti come amici non solo da lui ma da tutto il reparto. E vorrei sottolineare che la nostra esperienza è uguale a quella di tutti coloro che in 21 giorni di degenza si sono alternati in quel reparto. Ogni cittadino dovrebbe sapere che esiste a Ragusa un centro per la cura e il controllo della Sclerosi Multipla perché questa malattia colpisce alla cieca. A Milano, al San Raffaele, ci è stata diagnosticata la stessa malattia che era stata individuata a Ragusa e consigliata la stessa cura che era stata individuata a Ragusa. È importante sapere; non tutti hanno la fortuna di prendere un aereo e partire dall’oggi al domani”.
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