DA QUALCHE MESE SONO RIPRESE LE PARTENZE DALL’EGITTO E LA POLIZIA ARRESTA ALTRI 4 SCAFISTI EGIZIANI

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Egitto al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

Ieri mattina  a Pozzallo sbarcano 77 migranti ed a seguito di complesse indagini la Polizia individua 4 scafisti egiziani: MOHAMED MOHAMED Ali, nato in Egitto il 24.10.1984, GEBIR ALI Ibrahim,  nato in Egitto il 01.01.1982, ABDALLAH Abdallah Hssin, nato in Egitto il 01.01.1990 e AHMED HASAN Mohammad,  nato in Egitto il 30.09.1988.

I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

 

I FATTI

 

Intorno alle ore 17.30 del 26.09.2015 gli organi istituzionali di Malta ricevevano una telefonata con la quale venivano resi edotti della presenza in mare di un natante carico di clandestini. Il barcone predetto era stato nel frattempo agganciato da un mercantile battente bandiera panamense e denominato M/N Tichy e l’intervento in quel punto di mare veniva portato a termine da parte 2 motovedette maltesi. Nelle ore successive, tutti i migranti provenienti da Egitto, Comore, Madagascar, Eritrea, Somalia e Sudan venivano trasferiti su una delle due motovedette, denominata P51, e trasferiti al porto di Pozzallo dove giungeva in data 27.9.2015.

 

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini solo questa notte, ovvero a distanza di 36 ore dallo sbarco giunto a Pozzallo ieri mattina.

Da quando sono ripresi gli sbarchi con partenza dall’Egitto, il lavoro degli investigatori è molto più complesso, in quanto gli scafisti sono organizzati in modo diverso.

Anche in questo caso i passeggeri durante la traversata erano stati obbligati a fare un giuramento, posizionando la mano sul timone, di non dire nulla alla Polizia appena sbarcati. Nonostante il giuramento i testimoni e gli stessi scafisti sono stati messi gli uni contro gli altri, incrociando le dichiarazioni testimoniali e facendoli “cadere” uno  per uno.

La professionalità degli investigatori permette di riconoscere gli scafisti del nord Africa solo osservandoli, segni e tracce del mare sono inconfutabili.

Premesso questo, alcuni egiziani con questi segni venivano isolati dal resto del gruppo ed il resto dei migranti stava li ad osservare.

Insieme a loro spesso viene messo uno dei passeggeri di sicuro estraneo all’equipaggio che, isolato dagli altri  e messo in compagnia degli scafisti, inizia a preoccuparsi perché crede di finire in carcere da innocente.

È lui che dopo un po’ chiede di parlare con la Polizia che già sa cosa vorrà dire: “io non c’entro nulla, io non ho fatto nulla, ho pagato per venire i Italia sono gli altri gli scafisti”.

Presto detto, il gioco è fatto, loro adesso inizieranno a parlare e così è stato. Prima una dichiarazione testimoniale e poi l’interrogatorio degli scafisti. Vengono accusati di essere il comandante e loro negano e rivolgono le accuse sugli altri membri dell’equipaggio, quindi a stretto giro sono tutti gli uni contro gli altri e l’indagine è chiusa così, l’equipaggio è tutto stato individuato, le responsabilità di comandante, timoniere, addetto ai motori e cambusa sono state evidenziate dalle testimonianze.

Sono passate anche questa volta 18 ore di duro lavoro ma il risultato è stato conseguito, la Polizia Giudiziaria ha assicurato alla giustizia altri 4 scafisti.

I migranti che partono dall’Egitto pagano in media 2.500 dollari quindi agli organizzatori ne sono andati 200.00 circa.

I passeggeri: “si paga di più dall’Egitto ma viaggiamo con meno persone a bordo e rischiamo di meno, anche se il viaggio sappiamo duri una settimana; inoltre si aspetta meno per partire e non si sta chiusi nei capannoni”.

I fenomeni migratori sono di tipo diverso, cambiano a seconda del paese di partenza ed hanno dinamiche diverse.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 124 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

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