Da Alcerito, nel Vittoriese, un progetto pilota con volantini in lingua araba per costruire un ambiente pulito

Contrada “Alcerito” ed i suoi cassonetti svuotati ed in ordine sono l’esempio di come, anche in zone dove alta è la presenza di cittadini extracomunitari, si possa riuscire a “mettere ordine” nell’ambiente. Nel progetto pilota “Trasformare la fascia trasformata” sono coinvolti diversi soggetti, la Fondazione “Con il Sud”, l’associazione “I Tetti Colorati”, la cooperativa “Proxima” ed ancora “L’Altro Diritto” di CGIL Ragusa e la Caritas diocesana. Perchè contrada “Alcerito”? Perchè è una zona che insiste nella fascia trasformata iblea dove tanti sono gli insediamenti serricoli e produttivi; perchè in essa vi lavorano centinaia di cittadini extracomunitari; perchè in essa da decenni si riscontrano casi di “disordine” urbanistico e di vita anche e soprattutto per famiglie venute dai paesi del continente dirimpettaio le quali, per vivere, sono costrette ad accettare anche situazioni che non hanno a che fare con il vivere civile di un territorio.

Aree pulite, rifiuti differenziati e raccolta puntuale. Nelle campagne di Vittoria, da queste considerazioni è nato il progetto pilota, in sinergia con il Comune, volto ad insegnare il giusto metodo della raccolta differenziata al fine di ripulire la zona da cumuli di rifiuti di ogni genere.

I protagonisti veri e propri sono le famiglie, gli operatori del progetto “Trasformare la fascia trasformata”, la ditta Roma Costruzioni ed il Comune. “Grazie all’attività di formazione/informazione, somministrata in presenza dagli operatori di TFT, ed al supporto degli opuscoli in lingua araba realizzati e forniti dal Comune e dalla ditta che svolge il servizio di raccolta dei rifiuti urbani, gli abitanti di contrada Alcerito si sono dati da fare, hanno accolto positivamente l’iniziativa, imparando rapidamente a differenziare i rifiuti e conferirli in modo corretto – spiegano i promotori del progetto pilota – sentirsi cittadini e operare di conseguenza, con la responsabilità collettiva della tutela degli spazi comuni e dell’ambiente, questa è una delle nuove consapevolezze che ha portato al raggiungimento dei primi risultati del progetto pilota, segno di una adeguata responsabilizzazione e di un investimento in dialogo e comunicazione costanti sul territorio”.

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