CULTRERA IACP: “LE SPECULAZIONI E I DISCORSI SPECIOSI” NON TROVANO CONSENSI

L’incontro tra lo Iacp e il comune di Modica, fissato per le ore 12 di ieri, non è avvenuto, in quanto il sindaco Buscema, con una telefonata al Presidente dell’Istituto, avv.Giovanni Cultrera, ha fatto sapere che, a causa di sopraggiunti impegni di carattere istituzionale, non poteva essere presente.

Com’è noto, ieri, una delegazione di cittadini appartenenti all’associazione “3 piedi  sopra il cielo”, aveva incontrato il sindaco Buscema a Palazzo San Domenico per individuare una soluzione ai gravi problemi di “ordine sociale” che la “linea  dura” dello Iacp sta causando agli assegnatari.

E, a tal proposito, il presidente dello Iacp Cultrera ha commentato con toni duri e aspri.

“Io credo che qualcuno voglia pescare nel torbido, come si suol dire, e tenta d’acchiappare farfalle sotto l’arco di Tito.  Conosco benissimo la situazione molto precaria di molte famiglie degli alloggi popolari di tutti i comuni della provincia, so pure che molti padri di famiglia sono senza un lavoro e, in molti casi, esistono situazioni davvero drammatiche. Tutto questo, come persona umana, mi rattrista e mi tocca il cuore, ma quale presidente d’un Ente non posso e non debbo farmi prendere da momenti emotivi, né abbandonarmi a sentimentalismi.

Non posso, però, esimermi dal fare alcune considerazioni – ha continuato Cultrera – in relazione alle premure e alla difesa d’ufficio di “3 piedi sopra il cielo”. “Le varie situazioni vanno analizzate caso per caso”, ha tuonato la presidente dell’associazione alla quale dico subito che, sin qui, grazie per il consiglio, l’Istituto era arrivato. Sono state e sono continuamente monitorate tutte le situazioni, una diversa dall’altra, ma quando si tratta di “abusivi” non ci sono situazioni “caso per caso” che debbono essere analizzate.

Quelli che hanno tolto un diritto e una casa a chi ne aveva bisogno, esattamente come loro, ma rispettosi della legge, debbono essere sfrattati senza “se” e senza “ma”, pur rendendomi conto che l’azione di “scassare” un alloggio è stata dettata dal bisogno e dall’esigenza d’avere una casa per la famiglia. A questo, però, avrebbero dovuto pensarci le istituzioni preposte e non certamente lo Iacp che, sicuramente per il passato, non è immune da certe responsabilità. Una politica – direi, quella degli anni trascorsi, tollerante, fin troppo tollerante, che consentiva, tacitamente, a determinati uomini politici di turno di utilizzare, per una manciata di voti e per la propria elezione, gli alloggi popolari dello Iacp, senza dire che, in molti casi, addirittura, s’istigava la gente non solo a “scassare” un alloggio, ma, addirittura, a non pagare il canone.

Mi rifiuto di pensare, ma non lo penso, che qualcuno voglia riesumare la vecchia filosofia, ch’era diventata la “filosofia del malcostume” e dell’illegalità,  per accaparrarsi voti elettorali e utilizzando, come cavie o come “numeri”, per dirla come la presidente di “3 piedi sopra il cielo”, le famiglie bisognose e indigenti. Certo, per concludere, lo Iacp richiede, per tutti gli assegnatari che hanno un’elevata morosità e quando dico “elevata morosità”, intendo somme che si aggirano sugli otto, dieci, quindi e  ventimila euro, un acconto del 20% per consentire la rateazione sino a 72 mesi del restante debito.

Molti hanno perduto il posto di lavoro, la crisi è nota a tutti e ci sono casi disperati, lo sappiamo tutti e i problemi sono sotto gli occhi di tutti. Mi chiedo, però, s’è possibile speculare sulla povera gente. Una morosità così elevata, considerato che il canone che è di 52 euro, può mai raggiungere cifre così elevate? Ma da quanti anni non si paga il canone di locazione. Forse molti non l’hanno mai pagato. La perdita del posto di lavoro, le malattie, le situazioni familiari precarie, ci sta tutto,  ma mi viene difficile pensare che tali situazioni si protraggono da 10, 15 e, addirittura, molte da 20 anni.

La verità, dunque, è ben altra e ben diversa da quella che si vorrebbe rappresentare da parte di qualcuno che sa tutto, ma fa finta di non sapere e di non vedere. Si programmi, invece, una politica per la casa, gli enti preposti comincino a studiare un responsabile piano d’intervento in favore di questa gente, si discuta responsabilmente e seriamente. In quel momento e solo allora, lo Iacp, farà la sua parte, sicuramente importante e responsabile”.  (r.r.)

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