CRITICHE FEROCI AL PD PER QUEL MANCATO “DIMETTITI” A LOMBARDO

La politica italiana odierna ci stupisce sempre più, purtoppo raramente in positivo. Sembra che dall’alto gli interessi siano vari ma ben lontani dall’avere come oggetto la salute della Repubblica Italiana. Di certo non esiste più l’ideologia politica di un tempo, né tanto meno il feroce estremismo che poneva la Destra da una parte e la Sinistra da quella opposta.

Si sono conservati degli orientamenti generali per quanto concerne gli schieramenti politici stessi  ma sembra che abbia agito una decisiva fase di livellamento che ha cancellato quelle forti tendenze ed il tutto appare oggi molto indifferenziato. La politica dei piani alti e quella popolare non discute più intorno alle ideologie, piuttosto i pretesti di accusa vengono ricercati, per così dire, nelle pratiche private dei nostri paladini. E da qui esplodono i fervori e le feroci condanne che ci portano a parlare di tutto fuorchè di ciò che realmente andrebbe preso in considerazione, ai fini di risollevare l’Italia. Il recente caso Ruby ne è un esempio, la dimostrazione di quanto l’opposizione e  non tutto il popolo italiano si siano accaniti contro il Premier. E’ noto infatti come il Pd, con tutti i suoi rappresentanti, abbia reagito alla questione Ruby, condannando il Capo del Governo ed esortandolo a dimettersi. Reazione che potrebbe anche essere giustificabile. Si veda però come le reazioni agli accadimenti non siano sempre il risultato di una valutazione etica dei fatti ma talvolta di una loro considerazione utilitaristica. Almeno intorno a questo sembrano raccogliersi le critiche che la rappresentanza ragusana del Pdl ha mosso contro gli atteggiamenti dei membri del Pd.

“Cosa dovevamo aspettarci oggi, noi Italiani, noi Siciliani, noi partito del Popolo, noi Popolo della Libertà da parte del Pd? Ci aspettavamo che nei confronti del Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, accusato da alcuni magistrati di essere colluso con la mafia, per coerenza, qualcuno dicesse “Dimettiti”. Ci aspettavamo che il sostegno al Governo Regionale venisse immediatamente ritirato. Ma il Partito Democratico, per qualche poltrona (incarichi, dirigenze, soprintendenze) ha detto che vigilerà”. Ma in realtà, ci chiediamo per quale motivo il Pd sia passato da una condizione di agguato ad una condizione di allerta? Sarà per la diversa entità morale e giuridica delle questioni, quella riguardante il Premier da una parte e quella riferita al Presidente Lombardo dall’altra, o sarà forse che da quest’ultima il partito, mantenendo la calma, otterrà qualcosa in cambio?

“E’ mortificante vedere che un partito possa rinnegare la propria identità in cambio di un tozzo di pane. Forse per il Pd, dal segretario Bersani fino all’ultimo dei suoi membri, la cosa migliore che possono fare è smetterla di volersi occupare della cosa pubblica e cercare qualche attività che gli sia più congeniale, come per esempio andare a pettinare le bambole.”

Questa l’aspra sentenza del Pdl che dimostra come ancora una volta, gli interessi opportunistici spazzano via ogni forma di credo e di morale. C’è un’ abissale differenza, due pesi e due misure, dalla marcia su Roma per il caso Ruby, alla vigilanza del caso Lombardo. “Sembra quasi un comportamento omertoso. Ai fatti che riguardano la mafia si risponde con atteggiamenti mafiosi”

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it