CORSO INTRODUTTIVO ALL’ARCHEOLOGIA SUBACQUEA

Grande occasione quella che si presenta dal 30 Giugno al 3 Luglio al Circolo Nautico di Punta Secca. Dalle ore 09,00 sarà possibile prendere parte al “VII° Corso d’Introduzione all’Archeologia Subacquea e Campo di Lavoro”. L’archeologia subacquea non rappresenta una disciplina autonoma , ma soltanto un aspetto particolare, un settore di applicazione, dell’archeologia. Lo sviluppo dell’archeologia subacquea è un fatto relativamente recente. Escludendo le operazioni di recupero avvenute agli inizi del Novecento grazie all’opera dei pescatori di spugne e dei palombari, i primi veri e propri interventi archeologici subacquei iniziarono poco dopo la metà del secolo, tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60. In poco più di quarant’anni questo nuovo settore dell’archeologia ha contribuito in modo fondamentale ad approfondire la conoscenza del più ampio rapporto uomo-acqua, nei diversi contesti ambientali e nelle diverse forme in cui questo si è sviluppato. L’applicazione dell’archeologia subacquea si articola in diversi settori specifici: quello marino e quello lagunare, quello lacustre e quello fluviale, quello delle canalizzazioni artificiali, delle cisterne, dei pozzi.

Gli interventi di prospezione e di scavo vengono condotti non solo sui relitti navali, ma anche sulle strutture sommerse, come quelle dei porti, dei ponti, delle peschiere, degli insediamenti palafitticoli, delle abitazioni e altri edifici che per vari motivi (come l’arretramento della linea di costa, l’innalzamento del livello delle acque o la subsidenza) sono venute a trovarsi in ambiente subacqueo. Ampliando il raggio d’interesse e della ricerca all’indagine delle aree umide, alle bonifiche e, in generale, allo sfruttamento delle risorse idriche (come nel caso degli acquedotti e dei mulini), che solo in qualche caso implica un’operatività di tipo subacqueo, si può parlare di una vera e propria “archeologia delle acque”.

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