Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
CORSO INTRODUTTIVO ALL’ARCHEOLOGIA SUBACQUEA
26 Giu 2011 08:14
Grande occasione quella che si presenta dal 30 Giugno al 3 Luglio al Circolo Nautico di Punta Secca. Dalle ore 09,00 sarà possibile prendere parte al “VII° Corso d’Introduzione all’Archeologia Subacquea e Campo di Lavoro”. L’archeologia subacquea non rappresenta una disciplina autonoma , ma soltanto un aspetto particolare, un settore di applicazione, dell’archeologia. Lo sviluppo dell’archeologia subacquea è un fatto relativamente recente. Escludendo le operazioni di recupero avvenute agli inizi del Novecento grazie all’opera dei pescatori di spugne e dei palombari, i primi veri e propri interventi archeologici subacquei iniziarono poco dopo la metà del secolo, tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60. In poco più di quarant’anni questo nuovo settore dell’archeologia ha contribuito in modo fondamentale ad approfondire la conoscenza del più ampio rapporto uomo-acqua, nei diversi contesti ambientali e nelle diverse forme in cui questo si è sviluppato. L’applicazione dell’archeologia subacquea si articola in diversi settori specifici: quello marino e quello lagunare, quello lacustre e quello fluviale, quello delle canalizzazioni artificiali, delle cisterne, dei pozzi.
Gli interventi di prospezione e di scavo vengono condotti non solo sui relitti navali, ma anche sulle strutture sommerse, come quelle dei porti, dei ponti, delle peschiere, degli insediamenti palafitticoli, delle abitazioni e altri edifici che per vari motivi (come l’arretramento della linea di costa, l’innalzamento del livello delle acque o la subsidenza) sono venute a trovarsi in ambiente subacqueo. Ampliando il raggio d’interesse e della ricerca all’indagine delle aree umide, alle bonifiche e, in generale, allo sfruttamento delle risorse idriche (come nel caso degli acquedotti e dei mulini), che solo in qualche caso implica un’operatività di tipo subacqueo, si può parlare di una vera e propria “archeologia delle acque”.
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