Concettina non è solo un nome. È una terapia. È un sistema solare

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola.

Nel popolare “Vita con Lloyd” imperversa un maggiordomo immaginario che dispensa ottimi consigli a un padrone non di rado spaesato e malinconico. E gli svolta le giornate con perle di rara micidialità.

Lo conoscete tutti. Sovente ne condividete la pagina “quotidiana” sui social. Lloyd ha una soluzione per ogni circostanza. Anche la più aerea e imprendibile. Che persino Osho gli fa una pippa. Lloyd è un po’ come Ambrogio, quello dei cioccolatini (“… non è proprio fame …”) e un po’ Heidegger. A metà fra un Bacio Perugina e Soren Kierkegaard.

Ad esempio, memorabile è quando il padrone confessa al maggiordomo: “Sai, Lloyd. Oggi fatico ad aprire la porta di casa senza avvertire come un sogno che in me si infrange.”

“Sir, forse dovremmo permettere al nuovo orizzonte di fare capolino.”

“E le porte dell’ignoto si schiuderanno così da sole?”

“Ritengo, Sir.”

“Concordo Lloyd. Dischiudiamo in letizia.”

Ebbene  anch’io ho un consigliere immaginario: una badante. Concettina Freud (Conci per gli amici). È comisana di padre austriaco e madre colombiana (non chiedetemi come sia possibile). D’altronde, ognuno ha il consigliere immaginario che si merita. 

In “Vita con Freud”, la Conci mi dipana quotidianamente le questioni più ostiche e profonde. Ad esempio, ieri le confidai: “Freud, sai, un lembo del mio essere oggi anela a soffermarsi tra le pagine tiepide del passato sotto il piumone delle cose che furono. Cosa ne dici. Forse un rimpianto mi trattiene?”

La sua risposta non si è fatta attendere:

“Ma vai a lavorare, testa di milza e pelandrone che non sei altro! E non rovesciare il catetere!”

Conci è così. Sincera. Diretta. Concreta. Schietta. Acre come un taglio dell’altopiano ibleo. Antiretorica come la poesia della verità. Soave, siccome la poetessa Emily Dickinson dopo aver letto l’ultima bolletta sull’app di Bram Stoker.

E tuttavia Concettina ha due pregi che agli occhi di uno psicoterapeuta siciliano brillano come diamanti nella notte. È tisa. E soprattutto ha un nome vero, autentico, tradizionale. Uno di quelli che stiamo perdendo. Dei quali sembriamo vergognarci. Il nome di mia nonna.

Felice giorno dell’Immacolata Concettina a voi tutti. Da me e da Freud.

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