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Con il rito delle ceneri inizia la Quaresima: il digiuno e l’astinenza nell’uomo contemporaneo
15 Feb 2024 12:04
Con il rito delle ceneri, si apre la Quaresima. Ieri sera a Ragusa nella Cattedrale di San Giovanni Battista, il vescovo, Mons. Giuseppe La Placa ha celebrato il pontificale. “Polvere tu sei e in polvere ritornerai”: è questa la frase che tutti noi conosciamo e che contraddistingue questo giorno.
IL SIGNIFICATO DELLE CENERI
La celebrazione nasce dalla pubblica della penitenza: costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo. In questo giorno la Chiesa prescrive il digiuno e l’astinenza dalle carni. Simbolicamente, le ceneri indicano la penitenza, richiamano la caducità della vita terrena e la necessità della conversione.
L’astensione dalle carni è richiesto per tutti i venerdì dell’anno ma negli ultimi decenni, chi rispeta questa tradizione, la segue soltanto i venerdì di Quaresima. L’altro giorno di digiuno e astinenza previsto è il Venerdì Santo.
IL DIGIUNO OGGI: COME SI EVOLVONO LE PRATICHE CRISTIANE
La tradizione distingue fra digiuno e astinenza. Il digiuno si riferisce principalmente alla quantità di cibo mentre l’astinenza guarda a ciò che si mangia. Quando si compie il digiuno, è possibile fare un solo pasto completo mentre gli altri saranno “leggeri” in base alle consuetudini. Non si consumano cibi solidi il resto del giorno, ma sono consentiti i liquidi, inclusi il tè, il caffè e i succhi. L’astinenza, invece, che è propria dei venerdì di Quaresima, esclude il consumo di carne. Un alimento che può essere sostituito da altri cibi come le verdure o il pesce. Ancor oggi in qualche Chiesa d’Oriente, l’astinenza includeva anche i prodotti d’origine animale come il latte, il burro, le uova e le salse fatte con il grasso d’animale.
Ma come può digiunare l’uomo contemporaneo? Considerando che la carne può essere sostituita da alimenti altrettanto prelibati, il digiuno può essere inteso anche come astenersi da mezzi di comunicazione, come l’uso smodato del telefono, o da alcuni “vizi” tra i quali le sigarette e il caffè. Ma si può intendere in realtà in molti modi: il senso è quello della rinuncia, fare a meno di qualcosa che ci piace molto.
LE REGOLE PER IL DIGIUNO E L’ASTINENZA SECONDO IL DIRITTO CANONICO
La pratica del digiuno, insieme con quella dell’astinenza, è regolata dal Codice di Diritto canonico. Il canone 1251 stabilisce: “Si osservi l’astinenza dalle carni o da altro cibo, secondo le disposizioni della Conferenza episcopale, in tutti e singoli i venerdì dell’anno, eccetto che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità; l’astinenza e il digiuno, invece, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì della Passione e Morte del Signore”. Il canone 1252 chiarisce: “Alla legge dell’astinenza sono tenuti coloro che hanno compiuto il 14° anno di età; alla legge del digiuno, invece, tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato. Tuttavia i pastori d’anime e i genitori si adoperino perché anche coloro che non sono tenuti alla legge del digiuno e dell’astinenza a motivo della minore età, siano formati al genuino senso della penitenza”.
Foto: Salvo Bracchitta
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