La denuncia arriva dalle consigliere comunali di opposizione Caterina Riccotti e Consuelo Pacetto. E’ la storia che si ripete da anni. L’Istituto di Istruzione superiore “Don Milani” sito al villaggio Jungi è in sofferenza per la carenza di spazi, di classi dove spalmare gli alunni che frequentano la scuola. “Anche quest’anno, gli alunni si trovano […]
Comparto zootecnico ed avicolo. A Palermo ieri riunione
01 Set 2017 08:33
Dopo oltre due ore di discussione, si è chiuso il vertice palermitano sul futuro delle costruzioni produttive zootecniche alla luce dei rigidi paletti imposti in provincia di Ragusa dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali.
Alla fine è passata la linea del buonsenso che coniuga le esigenze produttive con la salvaguardia paesaggistica. All’incontro erano presenti il Sindaco di Modica, Ignazio Abbate, il Presidente della Regione Crocetta, l’Assessore alle attività produttive Lo Bello, il dirigente regionale Beni Culturali Pennino ed il dirigente Attività Produttive Barresi.
Le restrizioni più penalizzanti, stando alle richieste dei comparti produttivi, riguardano la copertura dei tetti di stalle e pollai ( la sovrintendenza chiede una copertura in tegole di terracotta) e l’altezza degli stessi ( max 4 metri con le norme attuali) che complicherebbero le attività degli allevatori.
“L’incontro con il Presidente Crocetta dell’altro giorno a Modica- commenta il Sindaco – è servito ad organizzare questo importantissimo vertice. Abbiamo portato a Palermo le rivendicazioni di un intero comparto che rappresenta una fetta preminente dell’economia provinciale e che nel sud Italia conosce pochi rivali.
Venerdì prossimo ci sarà un ulteriore incontro operativo a Modica che vedrà protagonisti, oltre agli attori di oggi, anche gli addetti ai lavori ed i rappresentanti di categoria. Sarà quello il momento in cui verranno ratificate le nuove norme discusse oggi che rappresentano una buona sintesi tra le esigenze produttive e la legittima salvaguardia paesaggistica.
D’altronde sono dell’opinione che le attuali norme siano troppo penalizzanti sia per l’economia degli allevatori che per lo stesso benessere degli animali”.
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