COMMEMORAZIONI PER IL 322° ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO CHE DISTRUSSE SPACCAFORNO

Si è celebrata a Ispica la consueta commemorazione delle vittime del terremoto che 322 anni fa distrusse l’antica Spaccaforno. La cerimonia ha avuto inizio sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio Abate, l’unica che resistette al terremoto dell’11 gennaio del 1693, con un picchetto d’onore seguito dalle note del “silenzio fuori ordinanza” intonate da Giuseppe Fronte. I presenti si sono successivamente spostati in chiesa dove il  sindaco Piero Rustico e il celebrante don Giuseppe Agosta hanno deposto ai piedi dell’altare fiori e un cero in ricordo di quelle vittime, mentre dalla ‘Cava’ colpi a salve di cannone scandivano alla città l’ora precisa del tragico evento. Ha quindi avuto inizio la funzione religiosa introdotta dall’esecuzione delle due marce funebri della tradizione ispicese, ‘SS. Cristo alla colonna” e ‘SS. Cristo con la croce sulla via del Calvario”. Nel suo intervento, il sindaco ha rivolto il pensiero alla nostra comunità sottolineando che: “Il nostro dovere oggi deve e vuole essere quello di una convinta riconoscenza e gratitudine versò chi pensò a noi. Lo dobbiamo ai nostri avi per mostrarci degni e capaci di meritare e custodire il bene ricevuto, per consegnarlo alle future generazioni sempre pulsante e capace di crescere. A questi grandi gesti vogliamo guardare e a loro ispirarci per percorrere le vie del dialogo, del confronto sincero, ponderato e rispettoso del proprio passato fatto di voglia di vivere e di crescere. Ispica oggi deve imparare con orgoglio dall’insegnamento di chi ci ha dimostrato con le opere cosa sono in grado di generare la condivisione e la collaborazione, capaci di soffocare la rabbia e il dolore insegnando che non sono le urla a dare ragione di una verità, bensì il dialogo e l’operosità tra chi con i fatti sa indicare qual è la via maestra da percorrere”.

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