È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
COMISO PRIMA DI TUTTO
05 Dic 2011 11:14
Abbiamo letto con molta attenzione il comunicato stampa diffuso dal sindaco Alfano in cui annuncia di non volere dimettersi. Un comunicato ricco di promesse e propositi, interessanti bensì, ma decisamente intempestivi e tutt’altro che credibili.
Quelle di Alfano sembrano infatti dichiarazioni rese da un candidato a sindaco o, al più, da un sindaco appena insediatosi, e non invece quelle di un sindaco che governa la città da circa quattro anni, che ha già concluso quattro quinti del suo mandato.
La domanda che si potrebbe fare al sindaco Alfano, che i cittadini, i comisani fanno al sindaco Alfano è semplice: ma se in questi quattro anni non sei riuscito a fare ciò che hai promesso in campagna elettorale (e che ora, come se nel frattempo non fosse successo niente, come se il tempo si fosse cristallizzato al 2008, serenamente ri-prometti), cosa ti fa pensare di poterci riuscire nell’anno di amministrazione che (forse) ancora ti resta? Non ci sembra che la situazione politico-amministrativa sia cambiata. Anzi, se possibile, si è aggravata: alla persistente mancanza di agibilità in Consiglio comunale, si aggiungono la iattura del dissesto finanziario e nuove critiche da alcuni dei tuoi vecchi compagni di viaggio, da alcuni dei tuoi alleati politici (ex?) che, giustamente, insieme alla maggioranza dei comisani, iniziano a porsi le nostre stesse domande, a nutrire i nostri stessi dubbi e le nostre stesse preoccupazioni sullo stato e le sorti della nostra città.
Lo sappiamo, Alfano risponderà che lui con lo stato attuale delle cose non c’entra niente, che è colpa nostra ché abbiamo lasciato i debiti. Tanti, tantissimi debiti.
Su questa questione, che – non certo per nostra responsabilità – assomiglia sempre più a una telenovela, ci ritorneremo un’ultima volta con la conferenza che, come già annunciato, farà a breve l’on. Digiacomo. Poi, sull’argomento debiti, una volta per tutte e per rispetto verso i nostri concittadini, caleremo un pesante, irremovibile sipario. Non per nasconderci dietro di esso e tentare così, banalmente, di evitare l’accertamento di eventuali (improbabili) responsabilità da parte nostra. E neanche perché temiamo di confrontarci. Lo abbiamo fatto senza esitazioni e con carte alla mano.
Vogliamo calare il sipario – lo spieghiamo ai comisani prima che ad Alfano, il quale, su questo tema sembra che voglia impostare la giustificazione del suo fallimento amministrativo – perché il “giallo” dei debiti non ci appassiona più. Per almeno due motivi:
1) Perché noi del Partito Democratico, insieme alle donne e agli uomini di buona volontà, vale a dire la quasi totalità dei comisani, vogliamo guardare avanti, vogliamo provare con tutte le nostre forze a salvare e rilanciare questa città, a dare ad essa la speranza della rinascita.
2) Perché, all’indomani della dichiarazione di dissesto finanziario, si insedierà a Comiso un Organo Straordinario di Liquidazione di nomina ministeriale che avvierà un’indagine di analisi e controllo dei conti e accerterà, obiettivamente, tutte le responsabilità.
E quindi, a chi giova questo reciproco rimpallo di responsabilità, questa reciproca esibizione di carte, conti, elenchi…? Dopo la dichiarazione di dissesto, bisogna soltanto aspettare; anche perché, in effetti, non possiamo fare altro che aspettare. Se le responsabilità sono nostre, ce le assumeremo. Se sono tue, Alfano, farai altrettanto. Parlarne, riparlarne, oltre a suscitare irritazione nei comisani che vogliono una classe politica che li aiuti a risolvere i problemi, genera solo confusione. Tanta confusione.
E dunque, caro sindaco, in attesa che l’Organo si pronunci sulle responsabilità del dissesto, ci dici per piacere qual è la tua ricetta per salvare Comiso dal baratro, dall’autentico disastro, dall’enorme disagio sociale, economico e politico in cui versa? Ti preghiamo però di non risponderci che l’unica soluzione che hai in tasca, la panacea di tutti i mali è la dichiarazione di dissesto, perché sennò, più che fare confusione, sei in confusione.
Ma se sei in confusione, se confondi il più grande dei problemi con la migliore delle soluzioni, come richiede la città ti dovresti dimettere. Con umiltà, per senso di responsabilità, per il bene di tutti.
A un certo punto del comunicato che hai diramato alla stampa, ti domandi (invero retoricamente) se sei tu il problema, se con le tue dimissioni Comiso avrebbe qualche chance in più di rilanciarsi. Se volessimo fare i politicanti, risponderemmo subito che sì, il problema sei tu, il tuo essere politicamente miope, vendicativo, inconcludente e arrogante, la tua mancanza di autorevolezza, la tua autoreferenzialità, la tua mancanza di idee, progetti, senso delle istituzioni…
Ma poiché siamo persone serie, ti rispondiamo che, onestamente, non lo sappiamo. Non sappiamo se le tue dimissioni basteranno a ridare fiducia a Comiso, così come quelle di Berlusconi l’hanno ridata al Paese e quelle di Venticinque alla vicina Scicli. Non lo sappiamo.
Quello che sappiamo è che tu (la tua storia, le tue discutibili scelte politiche, le tue contestabili scelte amministrative) rappresenti un ostacolo, insormontabile, all’avvio di un confronto serio, di una concertazione produttiva tra tutte quelle forze civiche e politiche, quelle intelligenze e professionalità, quelle associazioni culturali e di categoria che hanno a cuore il futuro della nostra città, che vogliono sedersi attorno a un tavolo per trovare, tutti insieme, le soluzioni per uscire nel migliore dei modi possibili, nella maniera più indolore possibile da questa situazione obiettivamente asfittica, opprimente, insopportabile.
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