COMISO, IL PD SULLA CHIUSURA DEI SERVIZI SOCIALI

Con l’ordinanza sindacale n° 26 del 7 marzo 2012, il sindaco di Comiso limita fortemente l’accesso agli uffici delle politiche sociali e della famiglia. Gli utenti, tra cui anziani, malati, disabili, ex tossico dipendenti, senza dimora, disagiati e tutte le fasce deboli, dovranno accedere ai suddetti uffici comunali solo due giorni alla settimana e solo in una specifica fascia oraria.

Pensavamo che Alfano e i suoi avessero già abbondantemente toccato il fondo politico e amministrativo. Invece, il primo cittadino riesce ancora a stupirci in negativo. Non dovrebbe essere una novità, poiché in questi anni non c’è stato un bacino sociale che sia stato risparmiato dal tocco “benevolo e riguardoso” delle misure adottate contro la città. Ma non ci saremmo mai aspettati che anche le fasce più deboli e bisognose fossero colpite dalle farneticazioni amministrative di un sindaco ormai alla deriva. Tra le motivazioni di questa assurda limitazione di accesso, si legge nell’ordinanza che presso gli uffici dei servizi sociali “risultano frequenti le interruzioni delle prestazioni lavorative per l’irregolare andirivieni di un’utenza particolarmente esigente e talvolta violenta nei confronti dei dipendenti”. Signor sindaco, ma cosa scrive? O l’utenza è particolarmente esigente, quindi avrebbe bisogno addirittura di sportelli informativi adeguati e di maggiore assistenza, oppure l’utenza necessita di saltuari e limitati servizi solo due giorni a settimana. Signor sindaco, ma cosa scrive? Utenza violenta solo perché le promesse che si fanno non vengono mantenute e la gente resta disoccupata, senza casa e senza sussidi? O solo perché un povero giovane disoccupato, in un momento di disperata confusione, ha rotto una stampante? Follia, signor sindaco. Sua e non certo di chi in preda allo sconforto – e sempre più spesso alla disperazione – “sbrocca” di fronte all’inefficienza, all’inconsistenza, alla strafottenza con cui lei, signor sindaco, affronta i problemi seri e gravi dei nostri concittadini. Sia chiaro: non giustifichiamo affatto questo tipo di azioni; la violenza è sbagliata sempre e comunque. Però comprendiamo da cosa, da dove muovono questi comportamenti. E dovrebbe sforzarsi di comprenderlo anche lei, signor sindaco, per approcciare in modo più sereno e responsabile ai problemi, numerosi e drammatici della nostra gente. A maggior ragione se si tratta di gente bisognosa.

Eppure, proprio qualche rigo sopra, il sindaco forse facendo un distratto copia e incolla di qualche legge, scrive : “la materia dell’orario di lavoro e di servizio dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni ha l’obbiettivo di rendere le attività delle stesse, funzionali alle esigenze degli utenti”. Ma le leggi, ormai lo sappiamo, a Comiso vengono plasmate in base alle esigenze degli amministratori e non dei cittadini. Ma c’è di più. La chiusura negli altri giorni della settimana è stata motivata dall’esigenza degli uffici di potere espletare il lavoro senza la presenza del pubblico, e in condizioni più sicure. E per giunta, tanto per rincarare la dose di pregiudizio di questi amministratori, nei giorni di apertura al pubblico, sarà presente un vigile urbano, se non addirittura agenti di PS, come da comunicazione inserita nella stessa ordinanza.  Ci perdoni signor sindaco, ma pensare a una madre che chiede un sussidio per il latte del figlio come una minaccia per i dipendenti, o un anziano che ha bisogno di assistenza, o a un disoccupato che ha famiglia e chiede di essere inserito nella graduatoria delle case minime come ipotetici focolai di violenza, non ci fa sorridere. Ci amareggia e tanto. Anzi, orgogliosamente ricordando 10 anni di amministrazione di centro sinistra, potremmo fare un interminabile elenco di tutti gli atti veramente preoccupanti a danno dei dipendenti e dei beni del comune. Eppure, mai si è chiusa la porta degli uffici in faccia ai più bisognosi. 

Cogliamo infine l’occasione per ricordare al nostro primo cittadino che in questi quattro anni di amministrazione la città è stata subissata di atti vandalici a danno di beni patrimoniali del comune, di recrudescenze micro criminali a danno di negozi e uffici in pieno centro storico, risse e che, ancora dopo tutto ciò, nessuno è stato in grado di chiedere un controllo più massiccio sul territorio o di fornire di video camere di sorveglianza quantomeno gli edifici del municipio. Un passaggio, ci sia permesso, è doveroso farlo anche nei confronti dell’assessore ai servizi sociali. Il dott. Schirmo, rappresentante dell’Udc, partito che fino a ieri ha continuato a dichiarare di essere con le famiglie e le fasce più deboli, è stato silente davanti a questo ulteriore oltraggio perpetrato dal sindaco di Comiso. 

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