COME LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO. MONNEZZA IN CENTRO CITTADINO

Queste foto fanno pensare alla signora di buona famiglia che spolverando il salotto ed avendo fretta, o solo “lagnusìa” come si dice a queste latitudini, anziché rimuovere la polvere, la nasconde sotto il tappeto persiano.

Il salotto è effettivamente quello cittadino, ovvero la via Roma, nella sua parte più importante, ovvero il primo pilone del Ponte Nuovo (lo chiamo anche io così, come fanno i miei amici ragusani, non chiamandolo nessuno col suo nome vero, che sarebbe “Pennavaria”). E proprio sotto il ponte c’è una vera e propria discarica.

Premesso che non mi interessa sapere se quello dove insiste la discarica sia terreno pubblico o privato (come molto probabilmente dovrebbe essere). Tenuto conto che insieme a monnezza la più varia ho visto e fotografato anche amianto. E rilevato infine che una bagnarola rossa copre, per quanto possa coprire, la bocca di un pozzo non saprei dire quanto profondo, allora si capisce che oltre allo spettacolo indegno di una città (a maggiore ragione se questa città, che fu civilissima e pulitissima fino a dieci anni fa), c’è di mezzo anche un reale pericolo. Il tutto, per fortuna, in un posto poco o per nulla frequentato. Ma anche messa così, rimane il fatto che a dieci metri dalla via Roma c’è una piccola quanto “significativa” discarica. So bene che attualmente le amministrazioni pubbliche hanno altro a cui pensare, cosa vogliate che possa significare nella scaletta delle priorità questa nostra segnalazione. Ma è anche questa una spia, un segnale, un simbolo – direbbe l’appena ottantenne Umberto Eco – di quanto la nostra città sia decaduta. Il che, ovviamente, non giustifica nessuno, nemmeno chi scrive o segnala e null’altro fa.

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