CLAMOROSO ACCORDO A POZZALLO TRA ROBERTO AMMATUNA, NINO MINARDO E INNOCENZO LEONTINI

Erano in molti a chiedersi, in ambito locale e provinciale, come mai il PDL, del parlamentare nazionale Nino Minardo e del deputato regionale Innocenzo Leontini, non avesse ancora deciso, a poco più di 40 giorni dalle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio, con quale coalizione schierarsi. La risposta sarebbe maturata in queste ultime ore. Dopo un lungo travaglio. Tormentato e difficile. Il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi sosterrebbe a Pozzallo la candidatura a sindaco del deputato regionale Roberto Ammatuna del Partito Democratico di Pierluigi Bersani. Su sei candidati alla poltrona di sindaco di area moderata e centrista, Emanuele Pediliggieri ( centrodestra)  Raffaele Monte (Udc) Pietro Barrera ( Territorio) e Gianluca Manenti ( Grande Sud), il PDL avrebbe dunque scelto di appoggiare la candidatura del candidato di sinistra. Il quale, aggiudicatesi le virtuali primarie di coalizione, era praticamente rimasto solo. Pozzallo Giovane, Socialisti, Sel e parte dei Verdi sostengono infatti la candidatura di Luigi Ammatuna. L’accordo, a meno di improbabili smentite, sarebbe stato sancito nei giorni scorsi. Increduli i cittadini. Gli elettori. Quelli non schierati. Gli avversari politici parlano senza mezzi termini di inciucio. Sgomenti i pidiellini. Quelli dello zoccolo duro. Divisa la base del PD. Per i fedelissimi di Roberto Ammatuna, questo ed altro. Increduli e delusi tutti gli altri. Il problema da superare ora, per entrambi i partiti, sarebbe quello dei simboli. I protagonisti sanno bene che esibire in scheda l’accoppiata PD-PDL comporterebbe un rischio troppo alto. Per contrasto visivo ed anche psicologico. Ed allora sarebbero in corso alcune sperimentazioni: PPE ( Partito Popolare Europeo)  PPP ( Partito Popolare Pozzallese) PDP ( Popolo Democratico Popolare) AML ( Ammatuna, Minardo, Leontini). Numerose le sigle sul tavolo dell’accordo. Da selezionare. Già al lavoro alcuni esperti di marketing politico.

La campagna elettorale segna dunque una svolta clamorosa. Tutta da decifrare. Intanto i partiti stanno completando le liste dei candidati al Consiglio comunale. Che sono composte da 20 candidati di cui cinque donne. Operazione non semplice e di grande importanza. Quest’anno si vota per il sindaco e per i consiglieri. Il voto è disgiunto. Scrivere il nominativo di un candidato al Consiglio comunale non significa votare in automatico il sindaco da lui sostenuto. Rispetto a questa novità, aumenta il rischio, per chi sarà eletto sindaco, di ritrovarsi in Consiglio senza maggioranza.            

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